È il 2 gennaio 1928 e a Brooklyn, New York City, nasce Raymond Edward Kassar.
La sua famiglia ha origini siriane e suo nonno, fino alla sua morte all’età di 99 anni, ogni domenica prese due autobus e una metropolitana per partecipare ai servizi nella Chiesa ortodossa assira a West New York, N. – J. ; Nel 1947, mentre frequenta la Brown University, ha un compagno di stanza di nome Robert Love, che è il figlio di Spencer Love, il presidente di Burlington Industries. Robert invita Ray a Palm Beach per passare la festa di Pasqua.
Quando gli viene addirittura riservato un aereo privato per arrivarci, capisce che il suo compagno di stanza non è esattamente uno studente come tutti gli altri. Una volta a Palm Beach, scopre che un altro ospite della festa è il decano della Harvard Business School, ed è lì che tutta la sua vita viene decisa. A una festa di Pasqua a Palm Beach.
Il padre del suo amico, Spencer Love, gli propone un lavoro in Burlington non appena avesse conseguito la laurea alla Brown, e il decano di Harvard gli spalancò le porte della sua Università. Ray accettò con entusiasmo tutta quella buona sorte che il buon Dio gli aveva donato e conseguì la laurea ad Harvard spendendo anche un anno nell’Air Force degli Stati Uniti, dopodiché entrò in Burlington.
Burlington è un’impresa vasta e tentacolare, con ben 32 divisioni. Kassar inizia lavorando in Galey & Lord, un’impresa tessile di cotone di alto stile. Decide poi di trasferirsi in divisioni con più volume d’affari fino ad approdare a Burlington House Fabrics, la divisione mobili. Tanto è il successo nel suo lavoro che si diceva Ray Kassar fosse la speranza più brillante per una giovane coppia che cercasse di arredare casa. Dal 1959 è uno dei vicepresidenti della casa madre ma più in alto di così non andrà mai. Dopo essersi reso conto di aver perso la corsa politica al vertice della compagnia, la abbandona e inizia una sua propria attività e solo nel marzo 1978, dopo essere stato contattato da Manny Gerard, viene persuaso da Warner ad essere un consulente aziendale per questa loro nuova società di nome Atari.

Nella lunga storia di Atari, Ray Kassar è generalmente percepito come dei più grandi cattivi del mondo dei videogiochi. Che questo sia vero o no è argomento di discussione pressoché eterno. Non si possono negare i suoi risultati in termini di crescita. Senza di lui, il marchio non sarebbe diventato quella leggenda che è oggi. Quando prende servizio rimpiazzando Bushnell, l’azienda non ha una struttura. Non esiste un direttore finanziario, non c’è un addetto alla produzione o alle risorse umane, non c’è nulla. Tutto è gestito come fosse un’enorme bottega disfunzionale. Ciò che fece Kassar fu trasformare quel parco giochi in una vera compagnia di nome e di fatto. Durante la sua permanenza dimostrò di credere a fondo nei prodotti della società e la aiutò a raggiungere il vertice di settore con dedizione incondizionata. Adottando una mentalità corporativa molto rigida ma necessaria per farle compiere i dovuti passi avanti. Una mentalità spesso arrogante e sprezzante che è rimasta immortalata nella storia con la frase che pronunciò per definire i suoi stessi programmatori: una massa di prime donne isteriche