Ep.100 – Requiem for ATARITECA PODCAST : VIVA ATARITECA!

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Sono le 22 del 16 giugno mentre scrivo queste righe e posso già dire cosa farò il 17 giugno prima di registrare la puntata numero 100 di Atariteca Podcast su Youtube.
Consulterò le 99 puntate di Atariteca, le 99 puntate di 2 anni e mezzo di fatica, ma anche di sogni e di speranze. 99 puntate, 99 appuntamenti che ripercorrerò.
Riascolterò la puntata numero 1, così precaria e incerta, un piccolo podcast come tanti, forse, ma che ha voluto dire moltissimo per me e per quasi tutti voi.
Riascolterò la mitica puntata 21, l’uscita di Virtuaverse con ospite Alessio Cosenza, prima di altre numerose interviste “perla” a sviluppatori indie, momento in cui ho creduto che il progetto dovesse già finire, schiacciato da un pubblico indifferente che poi non si è dimostrato tale.
Ma in quel progetto ci ho creduto, ci ho creduto davvero e sono andato avanti a testa bassa, migliorando sempre più il format, tappa dopo tappa; il format EXPERIENCE defunto prematuramente ma foriero di interviste più intime e personali, come quella a Simone Bregni nella puntata 30.

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La scoperta del mondo Lucasarts con Domenico Misciagna di LucasDelirium e il suo speciale su The DIG nella puntata 40. L’intervista musicale a Kenobit nella 41. L’intervista all’amministratore delegato di Dynabyte, Bruno Boz, con la puntata 47, e l’esordio radiofonico di Damiano Gerli con il suo Genesis Temple nella puntata 52 fino alla chiusura della seconda stagione con l’intervista a Daniele Vicinanzo, uno dei creatori di Eternal Castle Remastered nell’episodio 58.
Tutte puntate che hanno visto un gradimento sempre maggiore da parte di una platea di ascoltatori molto particolare, matura, curiosa e poco incline alla next-gen e ai brufoli.
Riascolto Le extrateche estive e riscopro la vita di Nolan Bushnell e, soprattutto, la biografia di Jeff Minter, da me tradotta insieme al buon Vittorio Digilio per il pubblico degli appassionati italiani, e che si va ad aggiungere alla traduzione di “The Rise and Fall of Atari” di Scott Cohen, anche quella fatta da me qualche anno prima. L’intervista allo stesso Jeff Minter insieme al buon Mike di Arcede Story e la retrospettiva completissima sulla storia del Jaguar con l’altrettanto buon bitellone Federico Gori.

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L’intervista ad Andrea Contato nell’episodio 69 in occasione dell’uscita del primo dei suoi 4 libri dedicati alla storia dei videogiochi. L’omaggio alla Demoscene Amiga con Stefania Calcagno nell’episodio 73. E la biografia di Uwe Boll nella 79esima puntata con il fantomatico duo composto da Massimo Belardi/Federico Gori.
In ultimo ma non per questo il peggiore, la bellissima esperienza di intervistare Andrea Porta del podcast STORIE DI VIDEOGAMES, sicuramente un format che avrà un brillante futuro davanti a sé.
99 puntate da ricordare, per guardarsi indietro, per ripensare a quello che abbiamo alle spalle, ma anche 99 puntate per guardare avanti, pensare al futuro e a quello che mi riserva insieme a voi, cari ascoltatori, che siete – e ne sono sempre stato consapevole – la mia maggiore ricchezza, il principale stimolo, ciò che mi a spinto a continuare fino ad ora.
Questa puntata speciale è il mio regalo per voi, per premiare la vostra fedeltà, l’entusiasmo con cui avete salutato Atariteca Podcast decretandone il successo in questi 2 anni e mezzo.
Ve la offre uno staff composto da quelle persone, quei creator che mi sono stati più vicino in questi anni. Alcuni sono sempre stati presenti fin dall’inizio, altri si sono aggiunti in corso d’opera e altri ancora sono arrivati all’ultimo momento. Troppi non possono essere presenti per evidenti limitazioni tecniche e temporali ( parlo di te, mitico Illy e anche di te, Galattico Caleb ) , alcuni si sono persi per strada o sono diventati critici nei miei confronti, altri ancora mi hanno sfruttato fino a quando lo hanno ritenuto comodo per il loro tornaconto personale e poi si sono allontanati con reciproca soddisfazione.
In questa puntata vi danno il loro preziosissimo contributo delle grandissime persone, dei personaggi carismatici nel loro campo, personificazioni della lotta.
Un saluto e un abbraccio più forte del solito da chi è stato con voi fin dalla puntata numero uno, ha fatto tutto il possibile per farvi sorridere, spera di aver chiuso la parabola da vero combattente con una live quasi “romantica”, e si firma Simone Guidi.

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Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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