hardware memories
Prologo autobiografico: ho 12 anni e ho il morbo di Schlatter. Sono un ragazzino molto vivace e passo le mie giornate correndo dietro a un pallone insieme a decine di altri ragazzini nel campetto vicino casa.
Quando non corro dietro a un pallone, corro dietro a qualcuno che si è nascosto meglio di quanto credessi, oppure corro per non farmi prendere dal bullo delle medie che vuole la mia merenda o i soldi che mia madre mi ha dato per comprarla, oppure corro via dal contadino al quale cerco sempre di rubare le fragole o qualsiasi altro frutto che il suo campo mi dia l’opportunità di fregare.
In pratica corro sempre, ogni giorno, in ogni situazione possibile e immaginabile. Poi succede che le ginocchia cominciano a gonfiarsi e arrossarsi e mi spiegano che un dottore svizzero ha detto che i ragazzini come me non devono più correre perché è male, molto male.
Nel mio piccolo mondo antico, però, corrono tutti e io, chiaramente, voglio continuare a farlo.
Provaci tu a tenere fermo un ragazzino di dodici anni che ha sempre le ginocchia sbucciate, riesce sempre a trovare il modo di farsi male nella maniera più assurda, ha sempre voglia di fare casino come tutti quelli della sua età.
Ecco quindi che mia madre ha l’ideona ( perché a casa mia le idee, per quanto malsane fossero, le aveva sempre mia madre. Mio padre voleva solo cacciare i soldi ed essere lasciato in pace ): «Compriamo al ragazzino uno di quei cosi che servono per far giocare i videogiochi così si lobotomizza da solo e vedrai dopo gli passa la voglia di correre perché non si schioda più dal salotto!»
Così, i miei genitori escono di casa e vanno a comprare “il videogioco“, e quando tornano a casa mi portano un Atari 800XL che sinceramente non c’entra un cazzo con “il videogioco” che volevo io ma che poi mi fa divertire un casino e affezionare in maniera morbosa alla dimensione videoludica.
I videogiochi, insomma, sono legati a una delle esperienze più traumatiche della mia infanzia; grazie Dott.Schlatter, e grazie anche a lei, Dott.Osgood, che scopro solo adesso essere uno dei padri della ricerca su questa strana malattia delle ginocchia.
Ma poi, chi è veramente Schlatter? Chi è veramente Osgood? Diciamo che potrebbero essere dei pazzi sadici che si divertono a scoprire delle strane malattie, e me li immagino lì che facevano esperimenti di terrore sui giovani ragazzini così come sui ratti e le scimmiette. Torturavano i figli degli altri costringendoli a stare fermi per vedere se impazzivano o no.
Un grazie a Massimo Belardi e al suo Podcast HARDWARE MEMORIES per avermi fatto tornare in mente tutte queste belle cose.
Ascoltate la puntata che trovate in testata. Ci risentiamo alla prossima di Atariteca.