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Il canto di Natale di ROB FULOP e IMAGIC

Reading Time: 12 minutes

 

Nei primi anni ’80, il boom dei videogiochi è in pieno svolgimento e per le persone che entrano a far parte di questa nuova industria ci sono veramente tanti soldi in giro. Nello specifico, i videogiochi Atari vanno via come il pane, talmente tanto che il Natale del 1981 vede scarseggiare le cartucce sugli scaffali dei negozi. Molto di quel successo probabilmente si deve anche a Rob Fulop, che con il suo Demon Attack, un gioco basato sul grande successo di Galaga, diventa un best seller del 1982, facendo vincere alla società che lo ha prodotto, Imagic, il premio “Videogioco dell’anno” nella classifica Billboard.
Quello che in pochi sanno è che Fulop stava finalmente ricevendo tutti quei riconoscimenti che gli erano stati negati in Atari, e assaporava il dolce sapore della vendetta.

Activision è stato il primo sviluppatore di terze parti nell’industria dei videogiochi.
Tanto per chiarirci con quelli che non bazzicano molto spesso questo podcast: gli sviluppatori di terze parti sono persone che creano contenuti per i prodotti di qualcun altro.
Prima di Activision la regola era: chi fa le console, fa i giochi. Nessuno crea giochi per il VCS perché la console è così oscura e complessa che nessun altro sa come farlo. Ma proprio come non è necessario essere un produttore di giradischi per produrre e vendere un disco, chiunque poteva teoricamente creare e vendere una cartuccia per il VCS. Si poteva fare, ma nessuno ci aveva provato… fino al momento di Activision.
L’avvento di Activision cambia per sempre lo scenario. È una questione di grande importanza. Cruciale. Esattamente 21 mesi dopo la fondazione di Activision, nel 1981, Rob Fulop, insieme ad altri dipendenti scontenti di Atari e Mattel, fondano il secondo sviluppatore di terze parti al mondo, Imagic.

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Dennis Koble e Bill Grubb la co-fondano con lui e il nucleo iniziale di soci fondatori conta 9 persone.
Bill Grubb fornisce un collegamento con Mattel, avendo lavorato sulle loro licenze e quelle di Atari. Durante una delle sue visite a Mattel, Jim Goldberger, che Bill aveva precedentemente tentato di portare in Atari, gli chiede se fosse interessato ad avviare una “società tipo Activision”. Bill prende sul serio la proposta e discute l’idea con Jim fino alle 2 del mattino seguente. Da lì crea un piano aziendale e cerca finanziamenti per avviare Imagic.
Demon Attack, ovviemente, non è l’unico videogioco di successo targato Imagic. Nel primo anno di vita dell’azienda arriva anche Atlantis di Dennis Koble che, sebbene venga eclissato dai numeroni fatti da Demon Attack, è un altro successo mostruoso. Dennis Koble, poi, in quanto co-fondatore, detta la linea. Lui non è un fan delle licenze ed è sempre alla ricerca di nuove idee originali su cui lavorare. Ritiene che sia Imagic quella che semmai debba concedere in licenza i suoi giochi ad altre società e non vuole limitarsi ad acquisire licenze di giochi arcade o pellicole cinematografiche come fa Atari.
Comunque, in quell’anno di grazia 1982, Imagic arriva sul mercato e produce videogiochi per Atari 2600 e Mattel Intellivision. La qualità è alta e il pubblico risponde in modo eccellente. Sono i tempi delle vacche grasse, dicevo, c’è fieno per tutti, ma anche se Atari sembra essere distratta dalla sua lotta ostinata contro Activision, non lo è abbastanza da non contestare la somiglianza di Demon Attack con il suo videogioco : Phoenix. Così trascina Imagic in tribunale per poi trovare pace solo con un bell’accordo extragiudiziario.
Questo non impedisce a Fulop di continuare a lavorare e realizza Cosmic Ark, sempre per Atari 2600, e dopo averlo terminato si reca in Ungheria per visitare dei parenti. Durante la sua visita incontra Erno Rubik , il creatore del Cubo di Rubik , che lo ispira a creare un puzzle game per due giocatori. In sei settimane, Fulop progetta CubiColor ; tuttavia, Imagic decide di non pubblicarglielo perché crede che un puzzle game non possa mai avere abbastanza successo.
Fulop rilascerà successivamente il gioco tramite la sua newsletter. Si dice che ne esistono circa 100 copie in giro su chip EPROM.

Sono d’accordo sul fatto che il modo più elegante per raccontare la storia complessiva di Imagic sia attraverso gli occhi di uno dei suoi principali fondatori, Rob Fulop. Uomo bandiera della società e artefice di una dei suoi principali successi; appunto, Demon Attack.
Del resto la storia di Imagic è brevissima, giusto cinque annetti scarsi, e Rob è anche una figura di rilievo in Atari, è colui che porta Missile Command su Atari 2600, uno dei giochi più venduti su quella console. Rob, è un tipo affabile, molto intelligente e con le idee chiare. Era uno che riusciva a trovare quel difficile equilibrio tra divertirsi abbastanza e portare a termine il lavoro ( parole di HSW ). Perciò, attraverso le sue esperienze, lo sfrutterò per condividere alcuni momenti chiave della storia di Atari e per illustrare alcune delle dinamiche di fondo che hanno portato alla formazione di Imagic. Condividerò con voi il mio punto di vista attraverso un racconto di Natale, o meglio, un racconto di Fulop. Condividerò attraverso…

A FULOP CAROL

Natale #1, 1980

È la metà di dicembre del 1980, tutti i bravi ragazzi e ragazze di Atari aspettano con ansia i loro regali di Natale, e nessuno avverte questo spirito più del giovane Rob Fulop. Ha completato Missile Command per il 2600, ed è una meraviglia. Tutti sanno che la conversione è un successo è sta andando a ruba. Molti mesi di duro lavoro hanno portato a un gioco che sta fruttando all’azienda decine di milioni di dollari. Ora è Natale ed è arrivato il momento di dimostrare il proprio apprezzamento. Rob si aspetta qualcosa da Atari ed è in trepidazione.
«Cosa sarà mai?», si chiede. Un assegno con cinque belle cifre? Forse le chiavi di una bella auto nuova? Di sicuro qualcosa di concreto per ripagare la dedizione e il duro lavoro del giovane Rob.
Un segno di sincera gratitudine!
Alla fine, il gran giorno arriva, il suo manager percorre il lungo corridoio con delle buste. Ed ecco quella per Rob.
Prima Rob la agita per vedere se fa qualche rumore, poi la tiene sotto la luce per intuire cosa c’è dalla trasparenza. Infine, la apre e si trova davanti a un foglio di carta piegato che dispiega immediatamente. Mentre ne assimila il contenuto, si blocca del tutto incredulo. Mai, nei suoi sogni più sfrenati, avrebbe osato immaginare quale potesse essere la sua ricompensa.

Un buono per un tacchino gratis.

Setaccia affannosamente il pavimento alla ricerca dell’assegno che sicuramente deve essere caduto… apre completamente la busta, la strappa ma… niente. Vuota. È quello il momento esatto in cui il giovane Rob giura a sé stesso che non avrebbe mai più realizzato un videogioco per Atari, e sei mesi dopo lascia l’azienda (insieme allo stesso manager che gli ha consegnato la busta e a un altro straordinario programmatore Atari) per fondare Imagic. Così, la seconda grande diserzione da Atari è il risultato di un tentativo di bonus andato male. Che questo serva da lezione ai dirigenti del settore tecnologico di tutto il mondo.
Vedete, ataritecari, questo tacchino per Fulop non è spuntato a caso. Anche se di tanto in tanto si potevano trascorrere momenti piacevoli con l’amministratore delegato, è importante notare che i rapporti tra Ray Kassar e i programmatori non erano esattamente cordiali.
La storia di Activision è particolarmente significativa, e va ribadita in questa sede dato che le radici di Imagic affondano in essa e la sua formazione ne é una diretta conseguenza:

Un giorno della primavera del 1979, alcuni programmatori vanno a parlare con Ray Kassar. Non si tratta di un gruppo di programmatori qualsiasi, sono noti come i Fantastici Quattro. Guidati da David Crane, fino a quel momento hanno prodotto la maggior parte dei migliori giochi per Atari VCS. I quattro fanno notare a Kassar che Atari stava ricavando enormi profitti dal loro lavoro creativo e che il loro compenso non è in linea con il guadagno che stanno producendo. Pensano che la questione debba essere più simile a quella dell’industria musicale, dove gli artisti ricevono royalties proporzionali alle loro vendite. Chi crea le canzoni più popolari (che fanno guadagnare di più ai produttori) ricava più soldi dal proprio lavoro. Ciò sembra ragionevole per molte persone, ma il CEO di Atari, Ray Kassar, non è una di quelle persone.
Kassar, infatti, non proviene dal mondo dell’intrattenimento o della tecnologia. Era un vicepresidente esecutivo di Burlington Industries, un grande produttore tessile. Di conseguenza, Ray ha un’idea molto precisa riguardo alla questione, ovvero che il contributo dei programmatori non sia affatto superiore a quello di qualsiasi altro operaio che assembla un cabinato o una cartuccia nella catena di montaggio. Anzi, tanto per essere chiaro ribadisce che i programmatori sono utili quanto i progettisti di asciugamani (cosa di cui Ray aveva esperienza) e che se la cosa non gli sta bene possono andarsene in ogni momento, perché sono elementi facilmente sostituibili. Fine della conversazione.
Sempre quell’anno, un po’ più tardi, accade un’altra cosa molto significativa. I programmatori in questione, dopo averci pensato su per un po’, giungono alla conclusione che se Kassar ritiene siano così sostituibili, beh, allora è giunto il momento che li sostituisca. E i Fantastici Quattro lasciano Atari. Ma non se ne vanno e basta. Si uniscono a un dirigente dell’industria musicale (ovviamente) e lanciano una nuova società chiamata Activision.
Quindi, possiamo dire che queste società di terze parti siano nate dall’amarezza dei programmatori e dalla loro voglia di andarsene da Atari. E questa amarezza non faceva altro che crescere dato che la filosofia di Atari era: “Nessun abito si adatta meglio a un ex dipendente quanto una bella causa in tribunale.”
Come si suol dire: se non puoi fermarli, fagli causa (dal vangelo secondo Ray Kassar).

Rob fu assunto dal fondatore di Atari, Nolan Bushnell, a metà del 1978.  Alla fine di quello stesso anno, Bushnell se ne va, cacciato dalla Warner. Rob è testimone dell’uscita di Nolan da Atari e dell’ascesa di Kassar. Rob assiste in prima persona al dramma tra Kassar e i Fantastici Quattro. Vede la nascita di Activision e tutto ciò lo predispone a prendere al volo la prima occasione per andarsene. Il buono per il tacchino è solo il pretesto per farlo.

Natale #2, 1981

È un Natale ironico per Atari. Uno dei suoi programmatori, uno dei tanti pezzi sostituibili nella catena, un designer di asciugamani, se n’è andato e ha fondato la sua propria compagnia, Imagic, che sta andando a gonfie vele.
Al tempo non esiste una fiera dedicata esclusivamente ai videogiochi. C’è solo il Consumer Electronics Show o CES, e lì i videogiochi sono semplicemente l’ultima trovata in un mare di trovate che fanno rumori strani e abbagliano con luci colorate. Due volte l’anno, ogni anno, questa convention si svolge negli stessi periodi e nelle stesse località: a Chicago in giugno e a Las Vegas subito dopo Capodanno. Quella di Chicago è sempre divertente, ma quella di Las Vegas è straordinaria.

Durante il CES di Las Vegas si svolge un episodio memorabile.

La premessa è la seguente: in Atari c’è chi non ha preso bene la dipartita di Fulop. Quando Rob e gli altri creano Imagic, creano un concorrente molto agguerrito e questa mossa fa infuriare più di qualche dirigente. (È strano come le persone che fanno di meno per tenerti in azienda si arrabbino di più quando te ne vai). Dopo la partenza di Rob e dei suoi gregari, il vuoto che si lasciano alle spalle viene presto colmato con amarezza ed ira nei loro confronti da parte di alcuni dirigenti Atari, in particolare da parte di uno specifico vicepresidente che adesso ritroviamo a un tavolo verde mentre gioca a dadi.

Sono passate due settimane dal Natale dell’81. Siamo a Las Vegas e diversi big di Atari si riuniscono attorno al tavolo da dadi ( Del resto siamo a Vegas, no? ). Bevono, giocano d’azzardo e si divertono come d’uso fare in quel posto… quando all’altro capo del tavolo si presenta il giovane Rob Fulop in persona, e il clima della serata cambia bruscamente. Il gioco continua ma le battute cominciano ad assumere un tono decisamente tagliente. Il testosterone cresce a tal punto che i giocatori ne staccano dei pezzi per darli in mancia alle cameriere. Alla fine, Rob prende i dadi e i dirigenti di Atari fanno un grande rumore scommettendo contro di lui ed esultando quando inevitabilmente perde quel turno. E nessuno esulta più forte di quel vicepresidente.
A questo punto Rob, da bravo giocatore quale è, si limita a sorseggiare il suo drink e ad aspetta fino a quando i dadi vengono finalmente passati al vicepresidente. Dopo aver piazzato una puntata, il vicepresidente alza lo sguardo e sfida Rob a scommettere contro di lui. È infantile e assurdo, ma è proprio il tipo di situazione a cui Rob non può resistere. Afferra una pila di fiches e piazza una scommessa sostanziosa. Ma invece di scommettere contro il vicepresidente, scommette in suo favore, insieme a lui! È proprio un gesto da Rob Fulop. Il vicepresidente non sa cosa fare. Odia l’idea che Rob possa trarre profitto dal suo successo, ma non può fare certo il tifo contro se stesso. È arrabbiato e combattuto, ma cerca di non darlo a vedere. Il VP lancia i dadi… e si arrabbia! È il lancio più azzeccato della serata! Sta guadagnando un mucchio di soldi, e di conseguenza anche Rob ne guadagna ancora di più con lui. Si può vedere la pressione sanguigna del vicepresidente salire a ogni lancio. Più il vicepresidente cerca di nasconderlo, più si arrabbia. Alla fine perde il turno, e tutti al tavolo lo appaudono. Si è dimostrato il tiratore più forte della serata! E nessuno esulta più forte di Rob. Il VP è furibondo. In mezzo al caos e agli schiamazzi, Rob si avvicina a lui e gli dice: «Sai? Avevi proprio ragione».
«Su cosa?»
«Mi hai sempre detto che se fossi rimasto con te, avrei fatto i soldi veri».

Ci vollero due direttori e un responsabile delle vendite nazionali per trattenere il vicepresidente, mentre Fulop si dirigeva verso la cassa con un mucchio di fiches tra le braccia e un sorriso malizioso sul volto.

Natale #3, 1982

Ricapitolando: nel Natale 1980, Rob Fulop si sente tradito da Atari. Poi ottiene una piccola rivincita personale nel Natale 1981, ma ora è il Natale del 1982 e il giovane Rob è sul punto di realizzare la sua vendetta completamente, ovvero, vivere bene alla faccia di chi gli vuole male.
Nel corso dell’anno appena trascorso, Imagic rilascia molti meravigliosi titoli che vendono molto bene. Così bene che sta per essere quotata in borsa con le sue azioni. Sta, come si suol dire in quell’ambiente, per lanciare un’ “OPA”; un’Offerta Pubblica di Acquisto per diventare una S.P.A. È il sogno di ogni start-up e ciò promette di rendere il giovane Rob e tutti gli altri dipendenti di Imagic, estremamente ricchi.

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L’umore in azienda è gioioso, e Rob è in lieta attesa. Oltre allo spirito natalizio, vuole provare il vero significato di cosa sia una gratifica natalizia. E il bello è che quell’anno, Babbo Natale non sarà certo un dirigente Atari. Il Babbo Natale di quell’anno sarà un gruppo di finanzieri di Wall Street che indossano costosi abiti a tre pezzi e regalano sempre la stessa cosa: Soldi.
I fantasmi dei Natali passati non avranno assolutamente voce in capitolo su ciò che Rob riceverà come bonus quest’anno. È la stagione natalizia più felice di sempre e Rob si è completamente ripreso dal trauma di quel buono acquisto per un tacchino gratis ricevuto nel 1980.
Con il passare dei giorni e l’avvicinarsi del GIORNO dell’OPA, le visioni che danzano nella testa di Rob si evolvono. Le immagini di auto e assegni a 5 cifre sono ora sostituite da case e quote con più zeri di quanto avesse mai osato immaginare. E Rob, in quanto Rob, sta anche pregustando il lusso unico di avere soldi da sprecare per fare una miriade di scherzi. Del resto lui è il maestro dei gesti carini e delle risposte ironiche alle offese, no? E in effetti, Rob ha già uno scherzo in cantiere, pronto per essere realizzato: Da molti mesi lo sta pianificando e sarà la prima cosa che farà quando l’OPA sarà conclusa: decine di tacchini surgelati. Uno per ogni dirigente Atari, da consegnare appena prima che se ne partano per le vacanze di Natale, ognuno con un biglietto di auguri che esprima l’apprezzamento di Rob Fulop per il loro contributo alla realizzazione del suo attuale successo.

All’insaputa del giovane Rob, però, anche i dirigenti di Atari stanno pensando a lui. Magari non direttamente ma lui c’entra sicuramente. I pezzi grossi di Atari hanno preparato un regalo un po’ per tutti quelli dell’ambiente, via: per tutti i dipendenti di Activision, Fox, Coleco e Mattel sparsi nel mondo, e soprattutto per Imagic e tutti i suoi ADESSO gioiosi dipendenti. È qualcosa di veramente speciale. Stanno esaminando con attenzione il proprio bilancio.
A dire il vero, tutti nel settore dei videogiochi sono interessati a dare un’occhiata al bilancio di Atari. Ma il momento per condividere queste informazioni è ancora lontano, mancano solo 48 ore all’OPA di Imagic e loro sì che vogliono scartare quel regalo di Natale, il giovane Rob per primo.
Ma per onorare questa lieta occasione, Atari, con un atto di generosità senza precedenti, decide di rilasciare i risultati finanziari in anticipo piuttosto che far aspettare tutti fino alla fine dell’anno. E come le foglie cominciano a cadere in autunno, così fanno le prospettive e le proiezioni della dirigenza Atari. Con grande sgomento collettivo, i numeri sono pessimi. Davvero pessimi. Circa mezzo miliardo di dollari di perdite. I numeri sono così brutti, in effetti, che tutti i finanziatori gridano «OMMIODDIO!» e scappano via.
Così, improvvisamente, da un momento all’altro, non si vedono più Babbi Natale in giro. E senza nessuno disponibile a consegnare i regali, a scommettere i propri soldi su un settore che pare in declino, l’OPA di Imagic viene annullata a meno di 24 ore dal suo inizio.
Rob Fulop riesce quasi a sentire il coro dei tacchini congelati che urlano commenti poco gentili contro il fato avverso, proclamando l’avvento di un Natale molto triste prima di scongelarsi nella più totale indifferenza. Ed è un Natale davvero molto triste… per il settore in generale e per i dipendenti di Imagic in particolare.

Questa è la storia di come Atari ha offeso Rob Fulop, e Rob si è vendicato di Atari, e poi Atari si è vendicata di Rob (oltre che di molti altri). E tutto ciò è costato il collasso dell’intero settore.

All’indomani dell’evento, nel gennaio 1983, Imagic era passata dai 9 soci fondatori originali a oltre 100 dipendenti. La società aveva anche aperto uffici a Los Gatos.
L’anno prima, nel 1982, le prospettive erano brillanti. Si prevedevano vendite superiori a 75 milioni di dollari e, dopo il lancio dell’OPA, Imagic sarebbe diventata la prima azienda pubblica di videogiochi al mondo. Aveva programmatori di talento e un team di gestione ben organizzato. Il vento sembrava soffiare tutto a suo favore.
Sempre nel 1982, poi, Imagic stipula un accordo con Texas Instruments per lo sviluppo di giochi per la serie di computer TI, ma quello che poteva essere visto come il colpo della vita diviene rapidamente una grave preoccupazione poiché i prezzi delle azioni di Texas Instruments crollano di oltre il 40% in una sola settimana e la società inizia a riportare enormi perdite quell’anno. All’interno dell’azienda questo venne percepito come una battuta d’arresto significativa, ma comunque superabile. Purtroppo, nel 1983, è in arrivo un altro evento significativo che avrà un fortissimo un impatto non solo su Imagic, ma sull’intero settore. Solo che nessuno se lo aspetta e neanche se lo immagina.
Imagic è letteralmente a un passo dal diventare pubblica quando il crollo del mercato diviene manifesto all’intera industria dei videogiochi, per questo motivo è costretta a ritirare l’OPA, e anche se l’azienda ha preso alcune decisioni intelligenti nell’ultimo anno, tra cui fornire supporto al mercato degli home computer, in particolare Commodore 64, VIC 20 e IBM PCjr,  la crisi dei videogiochi ha comunque un impatto significativo sul team dirigenziale.
Più di un quarto dei suoi dipendenti vengono licenziati. Rob Fulop se ne andrà pochi mesi dopo e mentre la fine si avvicinava rapidamente, la dirigenza di Imagic tenta di continuare a sviluppare giochi per il mercato dei computer domestici. Il CES del 1984 vede il debutto di Imagic con quattro nuovi titoli per IBM PCjr. Il nuovo presidente, Bruce Davis, dichiara che Imagic concentrerà il suo sviluppo esclusivamente sugli home computer. Purtroppo questa mossa arriva troppo tardi e dopo una lunga agonia, l’azienda è costretta a chiudere definitivamente nel 1986.

Nel paradosso di un destino beffardo, l’intero catalogo della seconda società di terze parti al mondo verrà acquistato dalla prima società di terze parti al mondo: Activision. Così il cerchio si chiude. Come Saturno divora i propri figli, così Activision acquista il catalogo Imagic delegando ad occasionali rilasci dei suoi titoli più famosi per i sistemi moderni il compito di mantenere vivo il ricordo dello spirito aggressivo dei suoi sviluppatori.

 

FONTI:
ONCE UPON ATARI
https://paleotronic.com/2019/03/20/flying-to-the-moon-and-crashing-back-to-earth-the-meteoric-rise-and-fall-of-imagic/
https://youtu.be/hdJfKx4m_AI?si=aG38kvzuOVceZj0n


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.