Voi che piani avete per la vostra pensione? Io anelo a ritirarmi nella mia residenza di campagna, quella circondata da acri e acri di foresta fra le colline lucchesi, evitando scientificamente qualsiasi contatto con il mondo esterno ad eccezione di Spotify e relativi podcast che trovo di maggiore interesse.
Anche Massimiliano Di Marco aveva un piano. Lui aveva in mente di ritirarsi a studiare statistiche decennali sui licenziamenti nell’industria dei videogiochi per poi farci sopra podcast inquietanti. Franco Aquini, invece, voleva svecchiare in Madagascar per registrare podcast sugli Houthi, i ribelli yemeniti che rompono i coglioni un po’ a tutti.
Questi erano i nostri piani prima che Massimiliano mi invitasse a registrare con lui una puntata de le chiacchiere di Insert Coin.
Così, a 52 anni suonati, quest’uomo pigrissimo che voi tutti ascoltate tramite le mirabolanti puntate di Atariteca e che ha insegnato al mondo che gli anni ‘80 erano il regno delle sale giochi e dei videogiochi di grandissimo incasso fatti con tre stanghette, suoni scarni e un overcloccato uso della fantasia da parte di chi li giocava, decide di andare e registrare una puntata in cui si parla dei vecchi tempi, signora mia, che alla fine si stava meglio quando si stava peggio e qui prima era tutta campagna.
In effetti ci sarebbe stato tanto da dire. Anche gli anni ‘90 non erano stati male, soprattutto in quei primi annetti in cui comparvero Arcade che sembravano in grado di rilanciare le sale giochi e invece si rivelarono solo un fuoco di paglia.
Insomma, Massimiliano di Marco mi chiama, dicevo, e si mette a registrare il podcast di Insert Coin come nulla fosse. Io partecipo anche un po’ entusiasta per l’occasione che mi viene concessa sennonché, parlando di “videogiochi”, viene fuori che molte persone pensano a ragazzi adolescenti curvi su una console nel seminterrato dei genitori, quando in realtà il mondo dei videogiochi è piuttosto vario, sia per quanto riguarda i tipi di giochi che le persone che li giocano e li apprezzano.
Vi dico solo una cosa: secondo una ricerca, negli USA, tre persone su quattro sopra i 50 anni percepiscono il videogioco come un valore significativo, e includono i videogiochi come parte di un invecchiamento sano. Sempre negli Stati Uniti ci sono 52,4 milioni di giocatori over 50, che rappresentano il 45% della popolazione over 50. Gli individui di questo gruppo demografico spendono in media 49 dollari in videogiochi, hardware e accessori, nell’arco di 7 mesi, con una previsione di spesa totale fino a 5 miliardi di dollari all’anno.
Ma questo non dovrebbe sorprendere. Dopotutto, i giocatori della Generazione X sono i giocatori originali, con i loro sistemi Atari 2600 e Nintendo NES che fungono da modello per tutti i diversi modi in cui le persone giocano oggi, a casa, in viaggio e con i dispositivi mobili. Mentre le persone di tutte le età si rivolgono ai giochi per divertirsi, il 78% dei giocatori over 50 afferma di giocare per rimanere mentalmente lucidi e il 71% per ridurre lo stress. Inoltre, circa 4 giocatori anziani su 5 percepiscono qualche beneficio mentale, fisico o emotivo derivante dal gioco.
Se questo non è un pretesto valido per ascoltare la puntata de le chiacchiere di Insert Coin, quale altro può essere.
Che aspettate? Trovate un angolino tranquillo, mettete le cuffiette e cliccate play
FONTI:
https://medium.com/@martinez.ethan/exploring-the-world-of-retro-gaming-a-blast-from-the-past-a5778c5deb54
https://www.gamesindustry.biz/ataris-re-focus-on-retro