Rediscover your AMIGA: i fantastici FLIPPER di DICE

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La storia generalmente accettata dei videogiochi è che sono nati negli anni ’70, da un’idea di ambiziosi imprenditori che hanno sfruttato la tecnologia sviluppata nei decenni precedenti. Ma questa storia non tiene conto di un’enorme quantità di giochi da tavolo e flipper che hanno esercitato una grandissima influenza culturale negli anni precedenti, agli albori dei videogiochi, influenza esercitata soprattutto nelle sale giochi, e che si fa sentire ancora oggi.
Per la maggior parte delle persone l’arcade è una cosa che è accaduta in un momento molto specifico, con giochi come come Defender e Pac-man. Pensano che non ci fossero sale giochi prima e che non ci sono più state dopo. Ma non è così.
In America, le sale giochi apparvero per la prima volta intorno al 1905, spesso situate in luoghi di villeggiatura come località balneari. Offrivano divertimenti come la predizioni del futuro, i peep show, i giochi d’azzardo e rozzi dispositivi che mostravano immagini in movimento. Col tempo, le macchine sono diventate giochi più sofisticati e più facilmente identificabili, spesso radicati negli sport del mondo reale come le corse di cavalli e la boxe. Successivamente sono arrivati ​​i flipper, che sono cresciuti in complessità, emancipandosi dalle loro stesse radici di giochi giocati con palline e birilli.
I giochi dell’epoca adescavano il proprio pubblico con una qualche forma di premio, del denaro contante, regali, o semplicemente un’opportunità per continuare a giocare. Questa particolarità si ritrova anche oggi con i giochi che consentono ai giocatori di raccogliere peluche e simili per ripagare i loro sforzi.
Lo stesso Eugene Jarvis, creatore di Defender, afferma che si deve fare riferimento al flipper per capire la strutture di base dei videogiochi come l’avere tre vite e guadagnarsi una vita extra.
Nei loro primi anni, i videogiochi erano visti nelle sale giochi come un’innovazione tecnologica radicata nei giochi precedenti. Se li guardiamo bene, Pong e Breakout consistevano nel colpire una pallina virtuale con una paletta, proprio come il flipper. Space Invaders è poco più di un tiro a segno. Pac-man è un gioco di labirinto come quelli in cui si doveva manovrare il tavolo meccanicamente per guidare le propria sfere di metallo oltre gli ostacoli fino al goal.
C’è, purtroppo, anche un nefasto legame culturale: i primi videogiochi soffrirono della cattiva reputazione che si erano fatte le macchine meccaniche, e del fatto che le sale giochi erano viste con sospetto dalle autorità che le percepiva come covi di criminali. Inoltre le autorità credevano, spesso a ragione, che la criminalità organizzata traesse guadagno da tali passatempi.

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Molte di queste argomentazioni hanno perseguitato i flipper e i videogiochi, e molte persone pensavano che corrompessero le menti dei giovani e li derubassero dell’ambizione; è per questo motivo che il flipper è stato bandito per decenni in molte città degli Stati Uniti, tra cui New York, Chicago e Los Angeles. Solo negli anni ’70 i tribunali revocarono finalmente i divieti sulla base della dimostrazione che il flipper fosse un gioco di abilità piuttosto che un semplice gioco d’azzardo senza cervello.
Per la maggior parte della loro storia, i videogiochi sono stati visti come una perdita di tempo. Le sale giochi e il flipper portavano questa reputazione negativa decenni fa.

La trilogia di Pinball Dreams è stata pubblicata per la prima volta per Commodore Amiga negli anni ’90, una serie che diede il via a una società che divenne una delle più grandi in Europa, ora di proprietà di Electronic Arts; la svedese Digital Illusions Creative Entertainment – DICE.
Fondata da Olof Gustafsson, Markus Nyström, Fredrik Liljegren, e Andreas Axelsson, oltre un milione di copie di Pinball Dreams, Pinball Fantasies e Pinball Illusions sono state vendute per la maggior parte delle principali piattaforme di gioco, rendendo la serie un vero best-seller del suo tempo.
Il primo capitolo, Pinball Dreams presenta 4 tavoli originali nella versione Amiga. È stato il fiore all’occhiello quando si tratta di simulatori di flipper.
Andreas Axelsson, co-creatore e programmatore della serie originale dice:

«Quando Pinball Dreams è nato come un’idea pazza in un cottage estivo 20 anni fa, era al di là dei nostri sogni più sfrenati che avrebbe ottenuto il tipo di attenzione e apprezzamento che ebbe. Sono davvero orgoglioso che le persone si divertano ancora con i giochi.
Gli algoritmi fisici sono stati sviluppati in modo sorprendente per l’epoca e gli sviluppatori hanno impiegato sei mesi su di essi prima ancora di iniziare a sviluppare il resto del gioco. Dopodiché, ogni tavolo ha richiesto dai 6 agli 8 mesi di duro lavoro manuale e amore.»

 


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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