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Buon 40esimo compleanno, SPY vs SPY

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L’altro giorno vado al liceo che frequenta mia figlia per l’elezione del rappresentante di classe. Il fatto che io indossassi una T-shirt con sopra stampata una schermata di Pac-man deve aver contribuito a farmi identificare come un “vero esperto” di videogiochi agli occhi dei genitori lì presenti, al che mi sono sentito sottoporre delle domande da parte di una madre incerta nell’acquisto di una Playstation5 piuttosto che una Xbox per il suo giovane rampollo.
Tralasciando il fatto che la povera stolta non riusciva proprio a capire che suo marito aveva già bello e che deciso per la PS5 (l’ho capito da quella classica luce negli occhi che abbiamo noi uomini quando andiamo in fregola per qualcosa), una domanda che mi ha rivolto era relativa a quale fosse il mio videogioco preferito di sempre.
[…]
Panico.
In un lasso di tempo brevissimo ho capito che non ne ho uno preferito ma bensì ho un pool di videogiochi amati da cui estraggo random il mio numero uno di volta in volta. Joust è uno di questi, per dire. Anche Ms.Pac-man sicuramente lo è. Rescue on Fractalus e Ballblazer sono adorate reliquie della mia giovinezza in casa Lucasfilm così come tutte le avventure LucasArts. Super Mario Odissey è uno degli ultimi arrivati. Ma in quel momento mi sentivo particolarmente retrò per cui ho pensato a Spy vs Spy e a quando lo giocavo sul mio Atari 800XL. È uno dei giochi più carini che abbia mai giocato e in quel preciso istante mi sono accorto che amo ancora Spy vs Spy, o almeno penso di averlo amato tantissimo quarant’anni fa.
Sigla.

 

Negli anni ’60, sulla rivista americana MAD Magazine non tutte le spie indossavano smoking, sorseggiavano Martini, e bombavano donne esotiche e meravigliose. Alcune di loro assomigliavano a zanzare, vestivano in trench, e avevano un debole per le trappole esplosive; o almeno così sembrava se si sceglieva di credere a un certo fumetto.

spy vs spy

La rivista MAD,  a cominciare da subito, ebbe un gran successo tra i teenager e un enorme impatto culturale sulla società americana. Ovvio che non fosse quel tipo di rivista per tutti come se ne trovano tante, e non era neanche quella che è diventata oggi, in questa era del woke e del politically correct. Nei suoi tempi migliori aveva una forte vena di “contro-cultura”, e spesso puntava il dito sui vizi dell’americano medio esponendo tutta l’ipocrisia prevalente nella sua società, sia che si trattasse di politiche governative, pubblicità ingannevoli, o consuetudini sociali abbastanza discutibili che gli americani avevano imparato ad accettare.
Essendo ufficialmente una rivista di “satira”, poteva pubblicare tantissime cose che normalmente sarebbero state oggetto di querela per diffamazione, e se vogliamo trovare un parallelo tra le riviste nostrane dei bei tempi che furono, possiamo dire che potesse assomigliare a “Il Male” ma senza essere così schiettamente schierata politicamente, oppure a “Il Vernacoliere” ma senza le parole di maleducazione, o anche a “Totem Comics” ma senza tutti quei cazzi e donne nude disegnate in giro.
Tutto questo per dire che, praticamente, qualsiasi cosa portasse stampato sopra il logo di MAD magazine in USA diventava immediatamente popolarissimo.

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Debuttando proprio su MAD all’inizio degli anni sessanta, Spy vs Spy non erano altro che una striscia satirica in bianco e nero disegnata dal vignettista cubano Antonio Prohías in cui due spie dalle sembianze di zanzaroni erano perpetuamente in guerra tra loro, e le si potevano distinguere solo dal fatto che una era vestita di bianco e l’altra di nero. Era anche una neanche tanto velata critica alla futilità della guerra fredda, e le due spie utilizzavano sempre una vasta gamma di armi e stratagemmi stupidi per riuscire a distruggersi l’un l’altro molto in stile Wile Coyote.
Il successo fu da subito irresistibile, tant’è che le strisce continuarono ad essere pubblicate ininterrottamente anche dopo che il suo autore abbandonò i personaggi, nel 1987. Nel corso della loro vita editoriale, Spy vs Spy si meritò anche una serie animata tutta sua, oltre a magliette, spille, tazze, e diverse incarnazioni videoludiche, la prima delle quali è proprio l’oggetto di questo articolo.

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Anno 1984 – il primo capitolo

Sebbene più nota per i suoi film, la Warner Brothers, nelle sue varie declinazioni, è stata anche un’importante protagonista nei primi anni dei videogiochi statunitensi. Acquista Atari, Inc. nel 1976 e, se pur indirettamente, finanzia la fondazione di Lucasfilm Games nel 1982. Successivamente acquisterà anche la Magna Res che era diventata Midway Games e tutt’oggi detiene i diritti di Mortal Kombat, per dire.
Meno noto è che, sempre Warner, e sempre in quel periodo, aveva acquisito First Star Software ( vi ricordate, ve ne ho parlato nella puntata numero 107 dedicata a Boulder Dash ) e sulla quale esercitava il controllo di scegliere i personaggi ( sempre Warner ) su cui basare i videogiochi, come ricorda il fondatore della First Star, Richard Spitalny. «Cercavano i personaggi più interattivi e con elementi strategici, e Spy Vs Spy incarnava perfettamente questa interazione integrata», spiega Richard. «Anche se stavi leggendo una striscia di fumetti, di fatto stavi sperimentando le attività di due spie che cercavano di superarsi a vicenda e la ricompensa finale era il reciproco annientamento ».
Con la licenza di Spy Vs Spy in mano, Richard collabora con il programmatore Mike Riedel. Il loro obiettivo iniziale è adattare le trappole della striscia di fumetti in forma videoludica, sebbene si permettessero una certa dose di licenze artistiche.

 

Essendo una marchio ben conosciuto e garantito, ed essendo anche proprietà di DC Comics ( quindi di Warner ) anche la rivista MAD accettò di buon grado di entrare nello sfavillante mondo dei videogiochi, e visto che era il 1984 ( anno post-morte delle console ) quale migliore piattaforma di gioco era più indicata se non un home computer?
Ecco che, Sviluppato da First Star Software, Spy vs Spy (il videogioco) venne rilasciato per Commodore 64, Apple II e Atari 8-bit, e si affermò rapidamente come il gioco multiplayer preferito da una marea di brufolosi all around the world.


Traendo ispirazione dal materiale di partenza, l’obiettivo del giocatore è quello di eliminare l’avversario mentre raccoglie i classici elementi necessari a una spia per far bene il suo lavoro (stiamo parlando di denaro, documenti, bombe, TENAGLIE, e tutto quel genere di cose che rendono entusiasmante l’essere un agente segreto) per poi fuggire in aeroplano dall’ambasciata dove si svolge l’azione.
Ci sono diversi modi per uccidere l’antagonista, alcuni più elaborati di altri. Una varietà di trappole può essere nascosta nei mobili o installata sulle porte per fulminare il nemico o farlo scoppiare direttamente in mille pezzi. Tuttavia, per coloro che preferiscono il bel menare, è possibile affrontare direttamente l’avversario.
«Dato che il gioco si svolgeva all’interno di un’ambasciata, ci sarebbero state delle porte», sottolinea Richard Spitalny, «così abbiamo aggiunto il trucco del secchio sopra la porta. Ho chiesto a Mike se una molla si poteva sparare alle spie non solo attraverso una stanza, ma anche nella stanza accanto, e quando ha detto di sì, abbiamo usato una molla! Quindi le trappole erano frutto della nostra immaginazione, anche se dovevano essere nello spirito del fumetto». Per ogni trappola che hanno ideato, Richard Spitalny e Mike Riedel hanno pensato a un oggetto che potesse neutralizzarla, con l’eccezione di una bomba a orologeria che, una volta piazzata, non poteva più essere disattivata. «Perché non solo potevi farti saltare in aria con la tua stessa trappola se non ti ricordavi dove l’avevi piazzata, ma anche se rimanevi troppo a lungo in una stanza dove c’era la bomba che ticchettava, allora addio!» Naturalmente, creare trappole per Spy Vs Spy era una cosa, ma far sì che le spie le innescassero era un altra, e così è stato aggiunto un obiettivo di raccogliere oggetti in una valigetta, il che ha anche dato un senso alla decisione di permettere il combattimento corpo a corpo con il rivale che per lo più coincide con un frenetico agitare di joystick.

 

 

Il maggior contributo di Spy vs Spy all’era degli 8 bit è la sua innovativa componente multiplayer. Le funzioni di Simulplay ™ e Simulvision ™ di First Star Software vennero appositamente create da Richard Spitalny (co-fondatore della stessa First Star Software) e implementate solo e unicamente in questo gioco, rendendolo uno dei primi titoli ad utilizzare la prospettiva a schermo diviso. Così facendo ha tramandato molte delle convenzioni che sarebbero state usate in moltissimi altri videogiochi delle generazioni a venire.
Va detto che il gioco era infinitamente più piacevole quando si giocava contro un amico, ma anche l’intelligenza artificiale del player 2 assicurava dei validi testa a testa e momenti di esaltazione.
Molto belle sono le trappole da utilizzare nel gioco tramite il Trapulator ™ (creato anche quello da Mister Spitalny e consistente in una specie di bacheca sulla destra dello schermo dove è possibile selezionarle), tipo i letali secchi d’acqua elettrificati da collocare in cima alle porte, armi automatiche da attaccare ai mobili, e ordigni esplosivi mortali. C’era anche una molla in stile Acme che proiettava l’avversario attraverso diverse stanze dell’edificio.

 

 

Mentre MAD Magazine non opponeva nessun tipo di resistenza e rimaneva focalizzata sull’assicurarsi che le spie in bianco e nero avessero l’aspetto giusto all’interno del gioco, due sequel furono rilasciati negli anni seguenti – Spy vs Spy Vol. II: The Island Caper e Vol. III: Arctic Antics – che videro portare l’azione in luoghi esotici ma, a parte alcune piccole modifiche, conservarono il gameplay principale sostanzialmente allo stesso modo.
Contemporaneamente, non passò molto tempo prima che questa festa dello spionaggio slapstick fosse convertita per una lunga serie di piattaforme, tra cui ZX Spectrum, Atari ST e Amiga.
Lemme, lemme, Spy vs Spy si infiltrò anche nelle console domestiche, colpendo il Sega Master System e il NES, e continuò imperterrito fino ad arrivare sui dispositivi palmari ai giorni nostri.

Nel 2005, Il gioco venne reimmaginato come un platform 3D per Xbox e PS2, ma il risultato non riuscì a catturare la magia contorta dei suoi predecessori e cadde presto nel dimenticatoio. Allo stesso modo un’altra versione per iOS, stavolta più fedele all’originale, è stata sviluppata e distribuita nel 2011.
Quando Spy vs Spy arrivò sugli home computers nei primi anni ottanta, i giocatori non avevano mai visto niente di simile. Non solo riuscì a trasmettere perfettamente l’essenza del fumetto, ma fu un pioniere del gioco multiplayer e offrì un’esperienza di gioco assolutamente unica. Un perfetto mix di commediola slapstick e sadismo resi al giocatore con soluzioni software estremamente creative, per questo motivo si è guadagna il suo posto d’onore tra i miei personali “expendables” del videogioco.

E voi avete qualche bel ricordo di Spy vs Spy? Scrivete un commento!

 


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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