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Eravamo 4 amici allo Scumm Bar: THE BOOZE OF MONKEY ISLAND e l’intervista alla BEAN ADVENTURE AGENCY

Reading Time: 5 minutes

the booze of monkey island

 

L’aspetto più gratificante di questo fangame, dopo averlo giocato in ogni dettaglio, è il titolo.
Nella lingua d’Albione, “Booze” è uno dei soprannomi più diffusi per una generica bevanda alcolica e viene usato in tutti gli angoli del globo. A volte si riferisce al bere pesante, ma può essere usato per indicare l’alcol in qualsiasi contesto.
È una delle parole inglesi che deriva dal vecchio tedesco “bausen”, che significava “rigonfiamento”, che a sua volta era imparentata con il vecchio olandese “buise”, che si traduceva in “grosso vaso che beve”. A pensarci bene, anche qui da noi abbiamo dei riferimenti nel toscano corrente, in quanto un ubriaco ( oppure uno alticcio in generale ) viene amichevolmente definito “gonfio”, anche se, nella sua generica banalità, è un termine foneticamente slegato dalla parola “Booze”.
Ma partiamo dall’inizio.

booze of monkey island
Si presentava così

La demo di THE BOOZE OF MONKEY ISLAND, sbucata da chissà quale anfratto dei vostri sogni più bagnati, la vedemmo in anteprima, io e il vecchio Magnum Cdi, al Lucca Comics & Games 2023. Un’anno fa ci prese entrambi di sorpresa ( per la verità credo prese un po’ tutti di sorpresa ) e il suo sviluppo diventò una piccolo fenomeno virale fra gli amanti del franchise a prescindere dal videogioco stesso che, essendo un fangame ed essendo evidentemente prodotto con pochissimo budget e tantissima buona volontà ( leggasi: due lire e tanto olio di gomito ) non aveva grandi speranze di distribuzione fuori dalla bolla degli appassionati nonostante la sua altissima qualità.
Ma il popolo di internet, si sa, è gente semplice, e quella demo mostrata quasi di strafugo in una stanza stipata di PC durante un bagnatissimo Lucca Comics aveva tutte le carte in regola per fare il giro di Facebook senza passare dal via e primeggiare fra le aspettative dei nostalgici retrogamers.
ATTENZIONE: la demo mostrata era realizzata con una cura maniacale, mai vista prima per un fan game che si rifacesse così esplicitamente a THE CURSE OF MONKEY ISLAND. Era amatoriale sì, ma ben oltre ogni confine della semplice decenza, e quindi perfettamente in grado di far strabuzzare gli occhi al fan più accanito e farlo esclamare «È bellissimo!» con la mascella poggiata sulla tastiera. E la musica era «Superba!», e la storia «Ganzissima!».
Ecco.
Diciamo che da un lato la demo di THE BOOZE OF MONKEY ISLAND per come si presentava sembrava perfetta, certo, ma lo era altrettanto anche per cosa rappresentava per la gente che aveva passato anni ad aspettare un sequel di Monkey Island e quando Ron Gilbert gli aveva dato RETURN TO MONKEY ISLAND ci era rimasta un po’ di merda. Divorandosi comunque RETURN senza più distinguere il sapore di uno stronzo da quello di una Girella perché l’importante era ficcarsi un Monkey Island in bocca.

E va bene così, credetemi. Va bene così.

C’era, però, in quella demo, un’altro elemento impossibile da trascurare. C’era qualcosa di incomprensibile per noi nerd dell’interweb. Una vocetta stridula e terrificante che diceva: « Ma SIDNEY cosa dirà? Sidney come reagirà quando lo verrà a sapere?». C’erano espliciti riferimenti ad un franchise che adesso risiede nelle mani di una delle multinazionali più potenti e crudeli del mondo, come avrebbero fatto i creatori di THE BOOZE OF MONKEY ISLAND ad andare avanti senza rischiare la querela, o peggio, la deportazione nell’inferno della Marvel, quello dove sono stati precipitati tutti gli sceneggiatori della fase 4?
Anche lo stesso Michele Giardi, che stava presentando la demo, non riuscivamo a capire bene se fosse molto gioviale o semplicemente dedito a scongiuri tramite quella scaramantica dimostrazione, e questo ci provocava un certo disagio. C’erano, in quella demo, delle FORME riconoscibili, uno STILE riconoscibile, dei personaggi FEDELI agli originali filtrati attraverso una – diciamo così – sensibilità che nessuno di noi aveva mai visto in un fangame, che nessuno di noi aveva mai incontrato prima a quei livelli.
La verità era che THE BOOZE OF MONKEY ISLAND, in quell’affollatissimo giorno di un bagnatissimo comics, non sapevo comprenderlo.
Non ne intravedevo neanche lontanamente il senso né riuscivo a vederlo proiettato in un immediato futuro, ma potevo giudicarlo. O meglio: era ovvio che fosse molto bello, fatto con estremo amore da chi della saga ha respirato fino all’ultima emozione, ha voluto sperimentare fino all’ultimo click del mouse, ma proprio per quello, solo intuendone una prospettiva futura avrei potuto coglierne a pieno lo spirito, lo scopo. Tutte cose che al momento non intravedevo neanche lontanamente.
A me, comunque, la voglia di giocarlo era venuta alla grandissima e cominciai persino a valutare la possibilità che fossi vittima di uno scherzo, tipo che mi mostrano un gioco troppo bello per essere un fangame e poi a un certo punto salta fuori un coglione con la telecamera in spalla che mi urla: «SCHERZI A PARTEEE!» Mavaffanculo te e scherzi a parte!
Tirando le somme: questa demo di THE BOOZE OF MONKEY ISLAND era un vero mistero, e noi ne eravamo totalmente intrigati.

booze of monkey island
Michele Giardi si fabbrica un alibi con Magnum per quello che potrebbe succedere dopo

Flashforward di 12 mesi

Durante lo scorso Lucca Comics, anno domini 2024, un post su instagram mi si para in bacheca informandomi che THE BOOZE OF MONKEY ISLAND è terminato e disponibile allo scarico gratuito per tutto il popolo di internet. Lo presentano lì, al Comics, in un posto che non ricordo e che comunque non riesco a raggiungere. La presentazione della serie Videogames Hunters ha praticamente monopolizzato tutta la mia attenzione durante la carmesse lucchese e lo stesso ha fatto per tutte le persone in essa coinvolte.
Così recupero dopo, a festa finita, e mi dispiace perché THE BOOZE OF MONKEY ISLAND è una bomba. È, come dicono i giornalisti consumati che scrivono sulle testate importanti, una lettera d’amore per l’intera saga di Monkey Island e per due dei suoi principali autori: Ron Gilbert e Tim Schafer.
Non potevo non celebrare un capolavoro del genere e così ho intervistato una buona fetta della BEAN ADVENTURE AGENCY che si è occupata dello sviluppo.
Per l’occasione ho chiamato anche Domenico Miscagnia a supportarmi: «Domenico, voglio intervistare la Bean Adventure Agency, vieni anche tu?» «CERTO!».
Ed ecco, adesso avete capito perché Atariteca è il vostro podcast preferito. Bravi. Continuate ad ascoltarla e consigliatela agli amici.
Qui sotto le domande.

booze of monkey island

 

1) Cosa vi ha spinto a creare un fan game basato su Monkey Island? Avete una connessione personale con la serie?
2) Quali sono stati i principali punti di riferimento o le ispirazioni durante la progettazione del gioco? Vi siete ispirati più ai giochi originali o a specifici aspetti della saga?
3) Come avete affrontato la parte di narrazione? Rimanete fedeli ai temi e allo stile umoristico di Monkey Island o avete introdotto nuove idee e personaggi?
4) Come avete gestito i diritti d’autore e le licenze? Avete avuto difficoltà nel rispettare le leggi relative ai marchi registrati, o siete riusciti a fare tutto in maniera indipendente?
5) Qual è stato il processo di sviluppo grafico? Come avete cercato di mantenere lo stile visivo dei giochi originali pur portando qualcosa di nuovo?
6) Che tipo di motore di gioco avete utilizzato per sviluppare il fan game? Quali sfide tecniche avete dovuto affrontare nella creazione del gioco?
7) Avete avuto l’opportunità di collaborare con membri originali del team di Monkey Island (ad esempio, Ron Gilbert o altri sviluppatori)? In caso contrario, avete cercato il loro parere o ispirazione?
8) Parlateci di The Adventures Of Tango Rio

Queste domande non solo offrono uno spunto interessante per capire il lavoro dietro la creazione di un fan game, ma permettono anche di esplorare il modo in cui gli sviluppatori affrontano l’eredità di un gioco così iconico come Monkey Island.
Come noto, oltre alla mini avventura dedicata a Monkey Island, il team è attualmente al lavoro anche su un altro punta e clicca originale: Le avventure di Tango Rio. Il gioco si trova in piena campagna Kickstarter, ma volendo è già possibile provarlo grazie ad una demo gratuita scaricabile A QUESTO LINK.

Al momento, The Booze of Monkey Island è disponibile ed è possibile giocarlo gratuitamente su PC, Linux e Mac.
Qui di seguito trovate il LINK PER IL DOWNLOAD


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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