THE DIG: asteroidi costosissimi e sopravvalutati con Domenico Misciagna

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the dig


Nel 2020 ci sono stati un sacco di anniversari videoludici da ricordare, ma ce ne era uno che di sicuro non avete visto celebrare, eppure era il venticinquennale dell’unica avventura grafica di LucasArts nata direttamente da un soggetto di Steven Spielberg e, pensate, zio Steve ne voleva fare addirittura un telefilm, o un film, o beh… Niente, perché il commercialista gli fece notare che avrebbe speso troppo e forse tutto quello sbatti per una cosa del genere non valeva proprio la pena.
Alla fine è diventato un videogioco e l’hanno chiamato THE DIG.

E io, in barba a tutti quelli che perdevano la voce a furia di parlare dei 30 anni di Monkey Island, mi sono ricordato del suo compleanno, di quello di THE DIG, appunto.
Poi, voi lo sapete come sono, no? Mi piace prendermi il mio tempo, devo accertare, controllare, verificare, Analizzare, Eventuali connivenze, coincidenze! Alla fine arrivo a parlarvi di THE DIG che siamo già nel 2021 e adesso, tecnicamente, i suoi anni sono diventati 26, ma voi fate conto che siamo ancora nel dicembre del 2020, ovvero quando questo podcast è stato registrato, e vedrete che vi piacerà lo stesso, anzi, forse più di prima.

E per far riemergere THE DIG dal profondo degli abissi Lucasiani da chi mi potevo far aiutare se non dal massimo luminare di cose lucasiane deambulante su questa ridente penisola? Chi mai mi avrebbe potuto dire tutto il dicibile su questo videogioco se non colui che tutti voi consultate ogni volta googlate la parola LUCASART sul motore di ricerca dei padroni? Esatto! Avete capito. Bravi. Anni di guglate non vi possono mentire, ataritecari miei.
Ogni volta google vi ha portato a leggere il blog di LUCASDELIRIUM.IT, e quindi ogni volta siete andati a chiedere cose al suo titolare: Domenico Misciagna.
Quindi per raccontarvi bene THE DIG non c’era persona più indicata di Domenico, con il quale, tra l’altro, spero di avviare una collaborazione prolungata e continuativa come la qualità stessa delle avventure LucasArts, guarda un po’.
Eh si. Con me sfondate una porta aperta. Mi si scalda il cuore quando ci sono di mezzo le avventure grafiche e credo fermamente che ci sia ancora un pubblico per questo tipo di giochi. Certo, sono tanti i titoli da cui potevo cominciare a trattare l’argomento ma ho voluto iniziare da The Dig, non solo perché ne abbia bei ricordi, certo, ma perché quando The Dig è stato rilasciato nel 1995 ha portato al collo il peso di sei anni di sviluppo costosissimo e sopravvalutato, e quando finalmente è arrivato nei negozi è stato accolto da un uragano di preconcetti e pregiudizi.


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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