Tutte le incarnazioni di INTELLIVISION con Maurizio Pistelli di VICORETRÒ

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intellivision

 

Mattel, un nome composto da quello dei suoi due proprietari: Harold MATson ed ELliot Handler.
Fondata nel 1945 in un’epoca desiderosa di lasciarsi alle spalle gli orrori della seconda guerra mondiale, ebbe il suo maggiore successo con la vendita delle bambole Barbie. Ma verso la metà degli anni ’70, i dirigenti più giovani di Mattel spingevano la compagnia ad espandersi nel settore dell’intrattenimento elettronico, inizialmente con dispositivi portatili Handheld a LED, e successivamente sviluppando un sistema di gioco basato su cartucce intercambiabili: la console Intellivision.
Era il 1978 quando la progettarono, e Atari VCS era già sul mercato dall’anno precedente. Mattel, quindi, sapeva già con chi sarebbe andata a incrociare le lame, e di cosa avrebbe avuto bisogno per migliorare la sua offerta rispetto a quella del suo concorrente diretto: migliore grafica, un buon sistema operativo, e un controller più complesso per consentire giochi anch’essi più complessi.
Riuscirono a centrare tutti gli obiettivi. Il sistema operativo integrato includeva una ROM grafica contenente una serie di immagini standard (o sprite) – come il famoso uomo che corre – che potevano essere utilizzate da tutti i giochi, di volta in volta, per risparmiare la memoria delle cartucce; l’hardware era più potente; c’era un controller a disco a 16 direzioni.
Anche il suo aspetto era singolare: in parte ispirato a quello “legnoso” del VCS, sfoggiava una striscia in finta radica e rifiniture dorate. Venne rilasciata nel 1979, per un test limitato in California che si dimostrò abbastanza efficace da legittimarne la vendita sugli scaffali di tutto il mondo nel corso del 1980.

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Con il rilascio di Intellivision sul mercato, iniziò la battaglia, e il conflitto si sarebbe combattuto principalmente nei rispettivi dipartimenti marketing di Atari e Mattel. Era la prima vera console war, e si combatteva a colpi di pubblicità comparative, testimonial agguerriti, e insinuazioni neanche tanto velate.
Purtroppo, con il suo prezzo di vendita maggiore rispetto a quello di Atari VCS e, soprattutto, con la sua cronica mancanza di titoli gioco riconoscibili al grande pubblico che frequentava le sale giochi ( Atari ne faceva man bassa ed era il suo dichiarato punto di forza ), Intellivision si ritrovò subito in affanno, ma con abile mossa si concentrò sui giochi sportivi con licenza ufficiale, oggi molto comuni nel gaming contemporaneo ( vedi FIFA e PES su tutti ), ma al tempo ancora sottovalutati e non sfruttati come meritavano.
I giochi per Intellivision erano notevolmente più elaborati di quelli per Atari VCS, e la battaglia infuriava. Il mercato dei videogiochi negli Stati Uniti si stava espandendo rapidamente. L’iniziale successo di Atari alla fine degli anni ’70 stava traghettando l’intero settore verso un Eldorado videoludico ed Intellivision e Colecovision si erano uniti alla festa, ma c’era un problema. Come Atari e Coleco, anche Mattel era produttore di hardware, e le sue console venivano vendute con margini ristretti per poter fare il grosso dei guadagni con i videogiochi; quando nel 1982 entrarono sul mercato i produttori di terze parti, il suo saldo bancario precipitò. Un anno dopo, nel 1983, arrivò la grande crisi dei videogiochi e Mattel, che aveva già messo in commercio dispositivi come Intellivoice, Aquarius, e altri hardware, non riuscì più a vendere abbastanza giochi per coprire tutte le spese, e il sogno di Mattel si infranse con la chiusura del suo dipartimento elettronico quello stesso anno.
Dalle ceneri di Mattel Electronics nacque quasi subito INTV Corp. Diretta da un ex vicepresidente senior della Mattel, Terry Valeski, acquistò il marchio, i diritti, e il magazzino di Mattel Electronics rilasciando nuovamente la medesima console sul mercato sotto il brand di INTV, e pubblicando per essa oltre 30 nuovi giochi tra il 1984 e il 1990. Dopo quell’anno la console venne definitivamente ritirata.
L’analisi finale in questo pandemico 2020, a distanza di 41 anni da quando Intellivision fece per la prima volta la sua comparsa all’interno dei negozi di elettronica a Fresno, in California, ci chiarisce definitivamente che la console Intellivision non riuscì mai a competere con Atari in maniera significativa, ma il destino è spesso beffardo e canzonatorio. Nonostante questa apparente sconfitta, avremo una nuova console Intellivision alla fine dell’anno: Amico.
Resta da vedere come verrà ricevuta in un mondo che attende PlayStation 5 e Xbox Series X; ma per quelli di noi che possedevano una di quelle meravigliose console, con rifiniture dorate e plastica scura, è difficile rassegnarsi. Maurizio Pistelli dell’associazione culturale Vicoretrò è uno di quelli che non si rassegna e ci racconta tutta la parabola dell’ascesa e la caduta della console Intellivision in un interessantissimo podcast. Solo per voi in Atariteca.
Hail to the king Intellivision!


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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