READY PLAYER TWO: vale la pena leggerlo?

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ready player two

 

Abbiamo tutti dei frammenti d’immaginazione che ci definiscono, o almeno credo. Non so. Lo chiedo a voi, ce li abbiamo? Di certo io ce li ho, e anche un bel po’ delle persone che conosco. E quando dico frammenti d’immaginazione intendo pezzi di qualcosa che qualcuno ha inventato, qualcosa che qualcuno ha creato e nei quali ci siamo riconosciuti, che fanno parte di noi stessi e ci hanno aiutato a dare una forma alle cose mettendoci in comunicazione con qualcuno a cui era successa la stessa cosa, a farci parlare tra noi, regalandoci un linguaggio comune.

Si. Lo so. Voi direte: «Omone, tu ci stai spiegando il significato di essere fan». Stai alludendo a quei pezzi di fantasia che costituiscono la nostra comune identità.»
Può darsi. So solo che in uno di quei pezzi ci sono io, un Omone di 8 anni più giovane, che sta leggendo “Ready Player One” di Ernest Cline. Era il 2013.
Ma adesso, nel 2021 ho 8 anni di più, sono un bambino grande, tanto grande che, pensate, mi compro i gelati da solo e, ripensate, mi tocca comprarli anche a mia figlia!
Ora, io conosco persone (che stimo immensamente) che a causa di “Tron” hanno intrapreso la via dell’informatica e della perplessità. Gente che ancora oggi riesce a conservare quello spirito di meraviglia e curiosità che ci segnava un po’ tutti quasi quarant’anni fa. Gente che, in un modo o nell’altro, è riuscita a conservare la Spielberg face.
Quando ho letto Ready Player One ne sono uscito con in faccia la Spielberg Face. Quella faccia che quando finisci di vedere, leggere, fare qualcosa ti stampa in volto un sorriso a bocca aperta come un povero ebete, e che ti fa quasi respirare in modo diverso tanto sei felice.
Quando ho finito di leggere Ready Player Two quella faccia non c’era più. Perché mi sono accorto che nel frattempo tutta quella meraviglia per quel tipo di cose lì, a forza di usarla, invocarla, spremerla, stropicciarla, stiracchiarla, avvolgercisi dentro come a una coperta di Linus, nell’arco di questi ultimi 10 anni si è inevitabilmente consumata. Questo non significa che Ready Player Two sia un brutto libro. No. Non lo è, ma la questione merita un approfondimento che ho deciso di intraprendere con l’aiuto di un fedele membro del gruppo Telegram di Atariteca: Decio Trinca.
Dopo averci ascoltato, a voi l’ardua sentenza.

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Iniziamo!

Quando è stato pubblicato nel 2011, Ready Player One di Ernest Cline è stato un successo underground mondiale. Un successo tanto grande da indurre chi di dovere a comprarlo a scatola chiusa per ottenerne un adattamento hollywoodiano. Una volta che Ready Player One è uscito nei cinema, quasi tutti non lo hanno riconosciuto, ma in molti lo hanno apprezzato ugualmente e la valanga di paperdollari guadagnata ha indotto Ernest Cline a impegnarsi per scrivere un sequel chiamato, appunto, Ready Player Two. Ora che Ready Player Two è in libreria, ancora molta gente continua a non riconoscerlo.

di nuovo OASIS…

Ambientato tre anni dopo gli eventi di Ready Player One, ritroviamo Wade Watts e i suoi amici padroni del mondo. Sono a capo della Gregarious Simulation Systems (GSS), la società che ha creato OASIS stessa. GSS ha acquisito IOI (Innovative Online Industries) a causa delle azioni criminali di Nolan Sorrento durante gli eventi di Ready Player One, e adesso lo stesso Sorrento è in prigione. Wade si è trasferito nella vecchia casa di Halliday e l’ha addobbata con tutto ciò che poteva desiderare… tranne due cose: l’amicizia e l’amore.

Già, perché Wade non è più quello che avevamo conosciuto nel libro precedente. È cambiato. E tutto quel potere lo ha inebriato e ottenebrato. Nel mondo di OASIS, adesso Parzival è onnipotente grazie all’acquisizione della “Tunica di Anorak”, un oggetto che gli dà il controllo completo e l’accesso a tutta la simulazione; ha tutti gli oggetti che vuole, il teletrasporto gratuito e la possibilità di accedere ai dati personali di qualsiasi utente (un punto molto caldo questo) dai registri scolastici all’anagrafe e persino ai conti bancari, e anche fare tutto senza lasciare traccia in alcun archivio di sicurezza ufficiale. Questo rende Parzival onnipotente e molto impopolare in OASIS, isolandolo dal mondo.

A peggiorare le cose per lui, i suoi rapporti con il resto degli Altissimi Cinque (Shoto, Aech e Art3mis/Samantha) sono diventati tesi a causa del peso degli affari. Poiché a tutti e quattro è stata assegnata una quota uguale in GSS, e ognuno è impegnato a fare le proprie cose. Aech è tornata a casa nel suo paese d’origine, vivendo una bella vita. Shoto è tornato in Giappone per dirigere la divisione Asia di GSS e aspetta il suo primo figlio. Per quanto riguarda Art3mis, lei e Wade si sono allontananti molto rapidamente poiché la visione di ciò che lei voleva fare con la sua parte di OASIS non si allineava con quella degli altri tre, in particolare proprio Wade.

A sancire definitivamente questa rivoluzione nei rapporti personali fra gli Altissimi c’è anche il fatto che, nei depositi GSS, Wade scopre un pezzo di tecnologia che cambia per sempre il modo di fruire OASIS: il dispositivo ONI (OASIS Neural Interface), un prototipo che Halliday ha progettato prima della morte di Kira Morrow, e che consente agli utenti di accedere a OASIS a un nuovo livello, consentendo il gusto, l’olfatto, il tocco e tutto ciò che puoi fare nella vita reale direttamente a livello mentale. La gestione del nuovo dispositivo crea un divario insanabile tra gli Altissimi e Artemis.

Ben presto,il dispositivo ONI diviene l’interfaccia più utilizzata per l’accesso a OASIS e, una volta che 7.777.777 utenti hanno effettuato l’accesso tramite essa, appare una nuova quest da risolvere riguardo a “I sette frammenti della sirena”. Questo porta Wade e i Gunter di tutto il mondo a iniziare una nuova ricerca ma anche ad affrontare un nuovo nemico che appare dal nulla ed è disposto a tutto pur di vincere.

Il ritorno dI CLINE

In Ready Player Two ci sono parecchi temi che parecchie persone potrebbero trattare con difficoltà : il progresso tecnologico e il modo in cui viene gestita l’interazione con il virtuale, il problema di quanto controllo le persone siano disposte a cedere a un sistema informatico, se è il caso di consentire a un solo uomo di controllare e accedere alle nostre informazioni, cosa si può fare per salvare un pianeta dal disastro ecologico, quali sono i diritti di un Intelligenza Artificiale, se è giusto resuscitare i morti attraverso mezzi digitali. Ce ne sarebbero anche altri ma mi fermo qui perché sono misericordioso.

Lo stile di scrittura di Ernest Cline e semplicissimo ( come sempre ), ti prende praticamente per mano trascinandoti a spasso per il suo mondo futuristico e tiene il lettore incuriosito fino all’ultima pagina. Ogni pianeta che viene visitato è descritto così bene che puoi chiudere gli occhi e vedere tutto di fronte a te mentre Wade rintraccia i sette frammenti.
Ciò che rende tutto interessante è che gli Altissimi Cinque sono separati e buona parte della storia è dedicata a rimettere insieme la band, ricostruire se stessi e le loro relazioni da zero, e c’è l’introduzione di nuovi personaggi (in particolare un nuovo personaggio L0hengrin).

ANCORA Una lettera d’amore?

Proprio come Ready Player One è una lettera d’amore per la cultura pop degli anni ’80 e ’90, Ready Player Two è una lettera d’amore per tutto ciò che è basato su D&D/fantasy. Ci sono riferimenti a Il Signore degli Anelli e persino a moduli specifici di D&D. Le storie più profonde, comunque, provengono dai personaggi stessi. Wade sta affrontando le pressione di avere sulle spalle una delle aziende più grandi del pianeta, una ricchezza oltre ogni umana comprensione e poteri all’interno di OASIS pari a quello di un Dio. Tuttavia, tutto quel potere e ricchezza lo ha fatto cadere in una profonda depressione che lo ha isolato sia fisicamente che mentalmente dalle persone di cui si fidava (e amava) di più. Vediamo qualcosa in più sulle loro vite anche al di fuori degli OASIS, specialmente Aech, Shoto e Art3mis. Questi tre sono persone lontane dai loro avatar, principalmente nelle relazioni e nel passaggio all’età adulta. Gli High Five non sono più bambini, ad eccezione di Wade, e si vede. Come qualcuno che ama vedere i personaggi invecchiare ed evolversi, questo è un gradito cambiamento in RP2 .

Come un videogioco, MA DI SPIELBERG

 

L’unica cosa che diventa subito ovvia in Ready Player Two è che Ernest Cline lo ha scritto con in mente un adattamento cinematografico, quindi a volte va ben oltre il suo solito stile ultra dettagliato ed estende alcune sezioni della storia in modo che quando verranno mostrate al cinema sembreranno incredibili. Questo è stato un problema che ha avuto anche J.K. Rowling dopo che i film di Harry Potter hanno iniziato a guadagnare popolarità. I suoi romanzi sono cambiati avvicinandosi più ad essere delle sceneggiature.

Ready Player Two soffre la stessa cosa, specialmente durante la sezione Planet Prince mentre mette in scena un combattimento epico. L’elefante nella stanza, ( vedi alla voce “controversie” nel vocabolario ) è quando si fa riferimento a L0hengrin; un personaggio transessuale/boh che è stato introdotto in Ready Player Two. Cline ha fatto bene a scrivere di come la sessualità sia più fluida e non restrittiva con l’uso dell?ONI, e ha fatto altrettanto bene a citare il fatto che le persone nel nuovo OASIS possono essere “gender ZERO”: un’identità di genere ONI per “individui che hanno scelto di sperimentare il sesso esclusivamente attraverso i loro ONI, e che non si sono limitati a viverlo come un genere o un orientamento sessuale specifico”.

Nel complesso, Ready Player Two è un ottimo seguito di Ready Player One , qualcosa che molti sequel hanno difficoltà ad essere ed è una lettura obbligata se è piaciuto il primo capitolo. Racconta una buona storia di follow-up con tanto cuore Spielberghiano, e una volta adattata in un film, completerà la sua evoluzione. A meno che Ernest ci ripensi e voglia farne una trilogia, allora dannazione, Voglio proprio vedere cosa si inventerà per non rovinare tutto.


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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