tim lapetino
Era da molto tempo che sognavo di incontrare Tim Lapetino.
Uomo dai molti talenti, è uno dei nomi che vengono sempre fuori per primi quando googlate in giro sull’internet tutto quello che ha a che fare con l’arte di Atari.
Tim è famoso principalmente per il libro “Art of Atari“, pubblicato nel 2016. Una retrospettiva dettagliatassima da lui realizzata con tanto di prefazione scritta da Ernest Cline con il quale coltiva un ottimo rapporto.
Ma Tim Lapetino non è soltanto questo.
Ha un signor curriculum che lo vede come pluripremiato direttore creativo e graphic designer con il suo lavoro di design e branding pubblicato in più di una dozzina di libri e riviste.
È coautore del libro di ispirazione per il design “Damn Good: Top Designers Discuss Their All-Time Favorite Projects” e ha scritto per HOW, Geek Monthly, RETRO e altre pubblicazioni.
È il fondatore e direttore esecutivo del Museum of Video Game Art (MOVA), si dedica alla cronaca dell’intersezione tra design e cultura pop e, oggi come oggi, risiede a Chicago con la moglie e i due figli.
Tim lapetino non è solo un uomo di design a tutto tondo ma anche un fanboy dell’arte di Atari fin dall’infanzia. Soprattutto è una persona dalla passione contagiosa con un’idea chiara e forte su cosa abbia profondamente inciso la cultura pop negli anni ’80.
Per questo motivo nel 2021 ha pubblicato quello che al momento è il suo ultimo libro: Pac-Man: La Nascita Di Un’Icona.
Con Mike Arcade di Arcade Story mi sono goduto il momento e abbiamo intervistato Tim Lapetino proprio in occasine della pubblicazione italiana di quel libro.
Tim è stato giusto il tipo di persona con cui avrei voluto parlare per ore, ed io e Mike siamo riusciti ad organizzare la chiacchierata con un traduttore d’eccezione: Ivan Zorzin di Llamasoft.
Fra le miriadi di domande che gli ho fatto è stato difficile solo selezionare gli argomenti giusti.
A voi questa interessante intervista e, come al solito, ringrazio di cuore Arcade Story per l’opportunità.