The Jeff Minter Story
Jeff Minter. Non avete idea di quanto sia emozionato. Riuscite a capirlo? JEFF MINTER!
61 anni suonati. Una carriera lunghissima. Un numero enorme di videogiochi costellato da svariati capolavori. Un’icona. L’ICONA.
Dopo la sua terribile esperienza nel campo mobile c’era rimasto malissimo e sembrava si fosse rotto i maroni di fare videogiochi. Sembrava volesse andare in pensione rinchiudendosi nella sua fattoria supertecnologica fra le colline del Galles. Quattro anni a non fare un cazzo, se non dar da mangiare alle pecore e a Maya, il suo regalissimo Lama. Qualche apparizione qua e là nei vari festival e convenction in giro per l’Europa, sembrava volesse fare l’ospite professionista e tutto si sarebbe concluso così.
E invece no. E invece ha deciso di tornare. Così, dal nulla, nel 2017, LLamasoft torna con Polybius. Un grande, è l’attesissimo ritorno di Jeff & Ivan. PEM!
Ah, scusate, a voi come va? Come ve la state passando? Del resto sono sempre qui a raccontarvi di me e non so quasi niente di voi. Penserete che sono un cafone che non si interessa ai propri ascoltatori, no? Avete programmi per queste festività ntalizie? Io sì, più o meno. Ingrasserò. Ingrasserò tantissimo a suon di vino, spumante, panettoni, dolci, cene di lavoro, cene fra amici, bordello generalizzato, e quelle cose lì. Mangerò e dormirò tanto. Mangerò di tutto tranne il fegato e l’agnello, li detesto tutti e due. E infatti questa mia ostilità verso il fegato la manifesterò bevendo un sacco di alcolici, e quella verso l’agnello semplicemente schivandolo a tavola, in fondo gli agnelli sono carini, a me piacciono, è sul mangiarli che ho qualcosa da ridire. A proposito di ovini, scusate, stavo parlando di Jeff Minter.
Che forte che è Jeff, eh? Potrei giocare ai suoi videogiochi per giorni anche se lo dovessi fare sulla calcolatrice a cristalli liquidi che usavo alle superiori.
Llamasoft: The Jeff Minter Story è la sua nuova raccolta antologica dedicata.
A cominciare dal 1981, è una gran scusa per infilare uno dietro l’altro i suoi videogiochi fino al 1994 (anno di presentazione di Tempest 2000). Insomma, un viaggio indietro nel tempo in un’epoca di cassette, fanzine fotocopiate e file README.TXT necessari per capirci qualcosa. Un’epoca in cui un bambino con un Commodore VIC-20 e tanti sogni popolati da pecore radioattive poteva diventare uno dei più noti produttori di videogiochi del Regno Unito.
Come il precedente capitolo Gold dedicato a Karateka, anche questo è un museo virtuale zeppo di documenti di design, giochi giocabili e nuovissimi video che raccontano l’affascinante storia di un vero game designer indipendente che è rimasto indipendente fino ad oggi.
Dentro a Llamasoft: The Jeff Minter Story ci sono ben 42 videogiochi classici spalmati su 8 piattaforme diverse, dai primi lavori di Jeff su Sinclair ZX81 e Commodore VIC-20, per proseguire sullo Spectrum, il Commodore 64 e l’Atari 800, fino a giungere ai computer Atari ST e alla console Jaguar. L’elenco completo dei giochi non ve lo sto a dire ma è proprio un bel prodotto.
Quando Jeff lo mostrò a me e Mike Arcade giusto due mesi fa a casa sua, ci fece una grande impressione. Era ancora una versione di prova, non definitiva, ma non potevo certo lamentarmi, anche perché poi ho pensato a lui che, mentre ce lo mostrava, sapeva benissimo come sarebbe venuto alla fine, e checcazzo gliene fregava di spiegarcelo nei dettagli, no? Già eravamo fortunati da aver ricevuto una confidenza simile, a casa sua, da lui in persona. Lui quel che voleva fare l’aveva fatto.
È Jeff Minter, cazzo! Non ha bisogno di rendere conto a nessuno se non a sé stesso e a Ivan Zorzin! Quando Jeff sbaglia (se sbaglia) non è mai colpa sua, sono gli altri che non capiscono. Poi lui giustamente si accolla le critiche ma preferisce comunque continuare a lavorare con piccoli budget in libertà totale.
Ed ecco che questo Llamsoft: The Jeff Minter Story ci spiega tutto. C’è dentro il Minterverso che si è originato dalla supernova del suo cervello. Ci trasmette la fondamentale filosofia della sua intera esistenza, ovvero: se Jeff vuole fare le cose in questo modo, è perché sa quello che fa. E del resto, come contraddirlo? Con che faccia tosta tu che non sei nessuno gli dici che non va bene, che è anacronistico, che dovrebbe fare in un’altra maniera? Che dovrebbe vendersi a un grande studio e sottomettersi alle logiche del sistema? Tu ce l’hai il coraggio di dirglielo all’autore di “Attack Of The Mutant Camels” e “Gridrunner”? All’autore della Virtual Light Machine e “Tempest 2000”? All’autore di “Polybius” e “Akka Harr”? Cazzo vuoi? Chi cazzo sei? Ma lo sai con chi stai parlando?
Nel Docugame ti ci mettono dentro anche un prototipo per il mai nato Konix Multi-System e una versione reimmaginata di Gridrunner fatta da Digital Eclipse, e ancora ti lamenti? Poi manco costasse i miliardi acquistarlo, a occhio e croce costerà come è costata la Anniversay Celebration di Atari. Io dico che se a una leggenda vivente come Jeff Minter danno l’opportunità di celebrarsi, ogni retrogamers che si possa definire tale ha il diritto – ma che dico, il DOVERE di celebrarlo.
Oh a proposito, scusate se salto di palo di in frasca, ma avete visto che esce il nuovo GTA 6? Ma che figata dev’essere? Una garanzia! Non vedo l’ora di comprarlo a 80 euro!
A presto