La storia di Datasoft 1982-1989

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I miei pomeriggi anniottantari vissuti nel bordo esterno della galassia, lontano dalla civiltà e Tattooine, li passavo in salotto con il mio computer giocando ai videogiochi Datasoft.
Era Circa 35 anni fa. Ve li ricordate quegli anni? Io si, molto. Stavo li seduto in salotto a sfogliare tutti i mie floppy disk rigorosamente piratati. Gioca che ti rigioca, la mia testa era popolata da una mitologia tutta personale: personaggi pazzi provenienti da conversioni arcade, Bruce Lee che menava tutti con scopi esclusivamente artistici, Zorro che cercava cose infilzando innumerevoli cloni del sergente Garcia.
E Che altro vi devo dire? In fondo Sono un uomo semplice e sono stato un bambino semplice, no?
Ero, sotto certi versi, ossessionato: del resto giocavo a CONAN HALL OF VOLTA solo per cercare di riconoscere Arnold Swarzenegger in un grumo di pixel, e neanche gli hot-pants della cugina Daisy in TV mi distoglievano dai miei obiettivi. Eh… Il culo della cugina Daisy fu comunque un concetto che recuperai e rielaborai più avanti.
E i miei genitori che dicevano? Beh, erano entrambi abbastanza amareggiati, convinti che troppi videogiochi mi avrebbero trasformato in una figura problematica a metà strada fra un portatore di handicap e un serial killer. La situazione era comunque curiosa. In generale m’importava una sega (come si dice qui dalle mie parti) di quello che pensavano tutti. A me interessava solo giocare ai videogiochi sia che fossero in sala giochi sia che fossero sui miei floppy disk e… E niente. Non ho altro da dire su questa faccenda… se non che la maggior parte di quei videogiochi che giocavo nel mio salotto erano di Datasoft.

L’INIZIO

Datasoft è stata una software house fondata nel 1980 dal suo presidente, Pat Ketchum. Gli uffici erano a Chatsworth in California e iniziò principalmente a supportare i computer Atari 8bit prima di diversificare la sua offerta abbracciando l’Apple II, il Commodore 64 e il Tandy. Forte di un’esperienza durante la quale aveva esplorato varie tipologie di Videogiochi, verso la fine degli anni ’80 tese la mano anche alle piattaforme Amiga e Atari ST,  alle quali propose conversioni Arcade, giochi su licenza cinematografica, financo agli educazionali. Non disdegnò neanche la strada di distribuire software europeo nel nord America, così come la creazione di propri titoli proprietari completamente originali. Insomma un’azienda rampante e flessibile, pronta ad adattarsi a qualsiasi esigenza di un mercato in continua evoluzione. Un esempio di imprenditoria.

 

IL FONDATORE

Carcarlo Prav… Pat Ketchum fonda Datasoft nel 1980. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha un gran curriculum prettamente informatico; ha iniziato a programmare a casa sua dall’età di 15 anni provando a sviluppare vari tipi di giochi e applicazioni, ma niente di più.  Quando crea Datasoft, però, ha già alle spalle anni di esperienza nella gestione di vari tipi di software e, soprattutto, contatti con produttori di computer californiani. Tutto questo grazie al suo impiego in una grande e famosa società di distribuzione chiamata Unidata Investments.
Nel 1980, infatti, il suo lavoro lo porta ad essere coinvolto in un processo di acquisizione di una software house, ma anche se  alla fine le cose non vanno in porto, lui e altri due suoi colleghi, Terry Koosed e Bill Morgan, impararono parecchio riguardo allo sfavillante mondo dei videogiochi e ne rimangono affascinati. Quell’esperienza li convince a desiderare fermamente un futuro in quel campo e ad unire i loro sforzi per ambire a qualcosa di più.
Unidata Investments è un gruppo societario molto variegato e i tre si accorgono di avere già un buon aggancio con una società di hardware per computer, la California Computer System, e altrettanti agganci con una società di vendita di computer al dettaglio e per corrispondenza, la H.W. Computers. Non manca neanche l’occasione per stringere rapporti con una società che produce circuiti integrati. Insomma, nel 1980, tramite un grande gruppo come Unidata è possibile ottenere tutti gli ingredienti necessari per organizzare una nuova compagnia di software che Pat e i suoi due colleghi, scaltramente, riescono finalmente a fondare il 12 giugno di quello stesso anno.
Così, una nuova software house è nata. Una software house che Ketchum guida personalmente per i sette anni a venire, e che ne sopravvive altri due senza di lui prima di tirare definitivamente le cuoia.

 

1982

È l’inizio di tutto. Quest’anno Datasoft rilascia 10 videogiochi, quasi tutti per Atari 8bit. Una cospicua quantità, certo, e forse qualcuno potrebbe pensare ad un azzardo, ma le direttive di Pat sono chiare. Il boss vive un momento di euforia personale. Il suo nuovo lavoro lo diverte e tratta la sua azienda come fosse la sua nuova grande famiglia. Lui non si sente un programmatore ( in realtà non lo è mai stato veramente) ma è sicuramente un gran venditore ed esperto in marketing. Ci sa fare con la gente e ha fiuto per gli affari, così… così perché non osare? Perché non addentare quel grasso mercato con una grossa boccata e spolparselo ben bene?
I primi titoli Datasoft sono per la maggior parte cloni di giochi già presenti in sala giochi e alcuni di essi sono compatibili anche per TRS-80. Con gli occhi di un osservatore odierno un esordio videoludico del genere, basato per lo più su dei surrogati di videogiochi originali e ben più popolari, può essere percepito come una poverata pazzesca, ma la mossa si rivela immediatamente vincente. Nel 1982 la gente è affamata di videogiochi, non gli bastano mai, ed avere l’opportunità di giocarli sui propri computer è il massimo che possano chiedere alla vita, a prescindere dal fatto che siano originali o infime scopiazzature. Le vendite sono quindi ingenti e le cose vanno molto ma molto bene.

 

1983

Forte di un anno stellare come quello appena trascorso, Datasoft si piazza saldamente in vetta. Sgomitando si ricava un posto da titolare nella squadra delle software house che contano. Quest’anno pubblica 6 titoli ma stavolta si può permettere di curarli di più, di non pensare solo alla pancia e metterci anche un po’ di cuore. Basta cloni e scopiazzature frettolose! A questo giro ci sono i soldi per comprare le licenze e permettersi la conversione degli originali. La qualità del lavoro non è per niente male e anche i titoli completamente nuovi, creati internamente, raggiungono il successo.
Con l’aumento del business, anche l’organico aziendale di conseguenza aumenta e tocca le 50 unità, di cui ben 14 sono programmatori interni, e siccome tutta quella gente occupa anche un discreto volume, si decide di aprire una nuova filiale a Malpitas, nel nord della California.
Naturalmente il core dell’azienda sono ancora i videogiochi per Atari 8bit. Rappresentano il 70% del fatturato, ma vengono prodotte anche conversioni per Apple e Tandy se pur in misura minore. Pat Katchum ci vede lungo, ha capito che le macchine Atari sono dei sistemi potenti su cui i suoi programmatori lavorano con facilità e, soprattutto, ci sono poche software house sul mercato che supportano quella piattaforma. Datasoft si dedica ad annullare quel GAP. Riempie quel vuoto che le altre compagnie si rifiutano di colmare, e proprio questo si rivela la sua fortuna. Ecco, infatti, che il primo videogioco su licenza ufficiale rilasciato quell’anno è la conversione di NIBBLER, seguita a breve da quella di ZAXXON, ed è subito festa, certo, ma anche altri titoli come l’originale O’Riley Mine ottengono un buon riscontro, così come un’altra conversione ufficiale, MOON SHUTTLE di Nichibutsu. Proprio questo gioco sarà il primo titolo Datasoft rilasciato su cartuccia insieme alla conversione di POOYAN per Atari.

 

Alla fine di quell’anno benedetto da Dio, Datasoft registra una crescita netta del 400% rispetto all’anno precedente. Pat Ketchum si pettina i baffi con tracotanza mentre ammira il successo della sua azienda. Sembrano lontanissimi i primi tempi dalla sua fondazione, tre anni prima, quando per 6 mesi almeno erano andati in perdita secca mentre tentavano di capire le logiche di quel nuovo mercato. Adesso la crescita sembra inarrestabile.

1984 

Il 1984 viene baciato in fronte da 8 nuovi giochi Datasoft. Pat Ketchum ha travolgenti doti da negoziatore e l’acquisizione di importanti licenze di conversione permettono alla software house di produrre alcuni dei  giochi più memorabili di quell’anno. La realtà è che Pat ha un gran fiuto che gli permette di capire in largo anticipo cosa piace alla gente, anzi, meglio, gli permette di capire cosa POTREBBE sicuramente piacere alla gente. Dopo l’acquisizione della licenza di ZAXXON l’anno prima, Datasoft piazza un altro colpaccio accaparrandosi i diritti di conversione della famosissima serie TV, DALLAS, e ne fa un videogioco di avventura.

 

La detentrice del marchio, la Lorimar Production, è molto restia nel concedere la licenza ma Pat convince i negoziatori concedendo a uno degli sceneggiatori della serie la possibilità di scrivere egli stesso la trama del gioco. Questo e le assicurazioni su uno stringente controllo della qualità permettono a Datasoft di realizzare un gioco che metà pianeta sta aspettando in quel preciso momento storico.
Altri quattro titoli in arrivo sono conversioni di giochi Arcade: Juno First, Lost Tomb ( un misconosciuto gioco arcade prodotto da STERN Electronics; gli stessi ragazzacci di Berzerk, non so se ricordate), e poi la licenza di distribuzione di Pac-Man e Dig Dug di Atari.
Ma una delle gemme più splendenti sulla corona di Datasoft è sicuramente CONAN: Hall of Volta.


Rilasciato in coincidenza con l’uscita nei cinema del film CONAN IL DISTRUTTORE, vi ricordate? Come no? Conan il Distruttore, dai! Quel superbo film in cui c’è Arnold che sdraia un cammello con un cazzotto! Che mito Arny. Beh, anche se il gioco non ha niente a che fare con la trama del film e anzi, è solo la ribrendizzazione frettolosa di un’altro gioco chiamato VISIGOTH dove il protagonista era un abile lanciatore di boomerang, riesce a far sognare i possessori di C64, Atari 8bit, e anche Apple II, e questo nonostante il flickering del protagonista. Forse il merito di tale successo è della copertina della confezione che sfoggia la quercia austriaca in mise da cimmero mentre ghermisce uno spadone talmente grosso da fare provincia, non so, fatto sta che c’era tantissima magnificenza in quella cover.

Infine, il 1984 viene definitivamente chiuso, sigillato, e portato a casa  con l’uscita di BRUCE LEE. Videogioco mitico a cui ho già dedicato un’intera puntata di Atariteca e che vi invito ad andarvi a recuperare.
Quell’anno Datasoft inaugura anche una linea di videogiochi economica denominata “Gentry”. Ispirata alle linee di videogiochi “Budget” molto popolari nel regno Unito, sono tutti giochi non prodotti internamente ma semplicemente distribuiti da Datasoft. Molti di essi vengono scritti da programmatori esterni che li inviano alla software house. Se i giochi riescono a superare un controllo di qualità allora vengono pubblicati e i programmatori remunerati, altrimenti… altrimenti niente! Non vengono pubblicati e i programmatori non vedono una lira. Circa la metà dei titoli pervenuti riusciva a superare la verifica.

1985

Cinque sono i giochi che vengono rilasciati nel corso di quest’annata e sono anch’essi iconici, classificandosi forse fra i migliori in assoluto mai prodotti dalla software house. Il segreto di questo successo è dovuto alla particolare attenzione con cui Pat Ketchum seleziona i programmatori del suo team. Lui non cerca menti particolarmente creative, non cerca artisti del codice. Vuole personale efficiente disposto a dare sempre il massimo, e quel massimo non deve necessariamente essere il top assoluto, ma il massimo che riescano a raggiungere nella maniera più ordinata, strutturata, e funzionale possibile. «Se inizi qualcosa, l’importante è che tu la finisca a prescindere dalle tue capacità.”. Con il senno di poi questo dogma suona un po’ ironico visto che proprio nel 1985 Datasoft inizia a pubblicare il primo capitolo di una serie di videogiochi che di fatto non avrà mai una conclusione, ma ve ne parlerò più tardi.

Partiamo citando le due conversioni arcade. Datasoft si accaparra la licenza ufficiale di Pole Position da Namco ( se vi state chiedendo come sia stata possibile questa cosa, tenete sempre presente che Atari ha già cambiato pelle vestendo un completino di puro Tramiel, ed è concentrata unicamente sul settore computer. Quella che era ATARISOFT è morta e sepolta, e con lei tutti gli appetiti per il settore giochi ) e in pratica distribuisce la versione Atari ribrandizzandola Datasoft. Il secondo titolo arcade è Mr.DO!, un gioco ibrido che unisce l’estetica di Dig Dug alla giocabilità di Pac-Man.

Ma è il terzo titolo quello che fa più rumore di tutti: la conversione videoludica del film I GOONIES! Non credo di dovervi dire molto di più visto che gli ho dedicato un’intera puntata di Atariteca. Andatevela a recuperare.

Il quarto colpo è un altro titolo su licenza, un videogioco dedicato al personaggio di ZORRO. È un puzzle game a piattaforme abbastanza divertente, di fatto qualcosa che si piazza a metà strada fra Bruce Lee e I Goonies, e se lo si gioca senza sonoro è anche meglio. Ha una musica di background a dir poco sfiancante.

L’ultimo gioco dell’anno è quello a cui ho accennato per primo quando ho cominciato a parlarvi di questo splendente 1985: Alternate Reality. Un grande gioco di ruolo epico e in prima persona. Nei piani di Datasoft c’è l’intenzione di farlo uscire l’anno successivo ma alla fine si decide di splittarlo in due parti e pubblicare la prima parte subito, con il suffisso di PART ONE – THE CITY. Il gioco in sé è fantastico, elaboratissimo, e di conseguenza pesante in termini di memoria, tanto che il giocarlo comporta un frequente caricamento di dati e il conseguente swapping selvaggio di dischi nel lettore.

1986

Sette giochi pubblicati quest’anno e sono quasi equamente divisi fra la distribuzione di titoli europei e quelli fatti in casa. Inizia infatti uno stretto rapporto di distribuzione con la Software House britannica P.S.S. ( Personal Software Services) che al tempo aveva raggiunto la popolarità in Europa con una serie di videogiochi a tema bellico denominati “WarGames Series”.

Da menzionare anche la distribuzione di MERCENARY di Novagen Software e, soprattutto la conversione cinematografica del film LA STORIA INFINITA di Ocean. Quest’ultima una fantastica avventura grafico/testuale che gode di un’eccellente resa sul Commodore 64 ( la piattaforma Atari 8bit comincia ad essere messa a mergine) ad opera del programmatore Martin Galway e della colonna sonora originale di Limahl.

Fra i 3 titoli originali Datasoft usciti spicca GUNSLINGER, un’avventura grafico/testuale molto divertente che può essere giocata tramite joystick selezionando dei comandi testuali preimpostati sullo stile Lucasfilm con il suo Labyrinth,  oppure semplicemente digitando i classici comandi testuali in un prompt.

E anche 221B BACKER STREET, un gioco basato sul personaggio di Sherlock Holmes e il suo relativo gioco da tavolo.

Infine, per chiudere in bellezza, viene finalmente rilasciata la seconda parte di Alternate City. Alternate City: The Dungeon. Come tutti i sequel che si rispettino è molto superiore al precedente capitolo e può essere giocato anche senza averne conoscenze pregresse. La sua storia ha un finale aperto che fa sottintendere al giocatore l’arrivo di un terzo capito che purtroppo non vedrà mai.

1987

Ed eccoci all’anno cruciale. Come si fosse risvegliata da un lungo, dolcissimo sogno, improvvisamente, quell’azienda colossale che è diventata Datasoft precipita nel profondo baratro del fallimento. Come è successo? Cosa ha determinato un così rapido declino? Le informazioni a riguardo sono piuttosto scarse ed emerge che il più importante investitore, la GILLETTE, per non si sa bene quale  motivo preciso, decide di non crederci più e chiudere i finanziamenti alla società lasciandola fallire. Forse in conseguenza delle scarse vendite relative all’anno 1986? Chissà? Immagino che la cosa abbia abbastanza senso ma ciò che conta dire è che Pat Ketchum se ne va e la società viene acquisita dai due dipendenti, Ted Hoffman e Sam Poole, che ne cambiano il nome in IntelliCreations. (in realtà la volevano rinominare in “H+P software” ma gli avvocati della Hewlett Packerd telefonano e gli fanno chiaramente capire di non esserne contenti.

Durante i due anni successivi la società continuerà a pubblicare software con la nomenclatura “Datasoft” ma saranno per lo più distribuzioni di terze parti e giochi non particolarmente memorabili ( se vogliamo fare una doverosa eccezione per la conversione del film “Caccia a Ottobre Rosso” giusto perché il film è bello) dopodiché chiuderà i battenti definitivamente nel 1989.

E Pat Ketchum che fine ha fatto?

Lo so qual’è la domanda che vi affligge adesso? Che ha fatto? Che ha fatto Pat Ketchum dopo la sua forzosa dipartita da Datasoft?

Beh, il buon Pat non se ne è rimasto con le mani in mano ed ha raggiunto la Sullivan-Bluth Interactive Media. Sì, proprio loro. I creatori originari di quel videogioco rivoluzionario che fu Dragon’s Lair. A proposito, avete ascoltato il podcast celebrativo che ho fatto insieme agli INTRAPPOLATI NEL RETROGAMING? Se sì, bene. Se no, meno bene e vi lascio il link in descrizione per andarvelo a recuperare.

Comunque, per i ragazzacci di Dragon’s Lair, Pat Ketchum supervisionò i porting dei loro giochi laserdisc più popolari come, appunto, Dragon’s Lair 1 e 2 su Windows 95, e poi, insieme ad un manipolo di eroici, nel 1990 provò a fondare una sua nuova software house, la Cyberdreams, che terminò la sua vita nel 1997, ma non prima di aver sfornato una manciata di eccellenti titoli horror e sci-fi in collaborazione con il famosi artisti fra cui H.R. Giger e Harlan Ellison.

Ketchum comunque vende il 50% delle sue azioni nel 1996 e si ritira dal mondo dei videogiochi aprendo il suo studio di fotografia che è tuttora in esercizio a Palm Springs, California

 

Fonti:

https://www.atarimagazines.com/v2n5/profiles.html
http://www.eobet.com/alternate-reality/files/iaq.txt


Simone Guidi

Uomo di mare, scribacchino, padre. Arrivo su un cargo battente bandiera liberiana e mi installo nella cultura pop anni 80/90. Atariano della prima ora, tutte le notti guardo le stelle e aspetto che arrivino gli UFO.

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