Ma pensa te chi se lo sarebbe mai aspettato?! La storia di Mastertronic vi è interessata. Vi sta piacendo. Me ne chiedete di più!
Ed eccovi accontentati, cari ataritecari. Oggi vi apparecchio un piatto appetitoso: Mastertronic in Italia; ve lo condisco con un John Holder dal restrogusto amaro, e ve lo accompagno con un buon Damiano Gerli d’annata, invecchiato quasi 40 anni nelle cantine di Stoccolma.
Che aspettate? Accomodatevi al tavolo. Stendo la tovaglia a quadretti.
Non è la prima volta che Atariteca e Damiano Gerli ci incontrano. Gerli è già stato ospitato per ben due volte in passato, e tutt’e due le volte è salito in cattedra mitragliando gli ascoltatori con interessanti aneddoti e informazioni succulente. Cercatelo nell’archivio degli ospiti sul sito di Atariteca. Se cliccate sul suo faccino, l’internet vi consegnerà espresso tutte le cose che abbiamo fatto insieme.
Questa volta però Damiano tratta John Holder per raccontarci la sua azzardata avventura di sopravvivenza nel selvaggio mercato videoludico italiano di metà anni ’80, che è un po’ come vedere un survival horror. È tipo The Last of Us ma con uno che protegge i videogiochi originali anziché una ragazzina, per intenderci.
Nell’avventura di John Holder c’è tutto un mercato italiano devastato dalla pirateria, uno scenario dove l’intero parco clienti è ormai trasformato in mostruosi pirati zombi che deambulano in continua ricerca di nuovo software da copiare. I tutori dell’ordine e della legalità ormai scoparsi o disinteressati per un ben preciso motivo. Ci si muove per paesaggi punteggiati da negozi complici che nascondono nel retrobottega vere e proprie copisterie pirata che non si fermano mai. Un’apocalisse. In quello scenario dove imperava la legge della giungla c’era solo da azzerare tutto e ripartire dalle fondamenta, e in un certo senso Holder lo fa… ma dopo. Molla Mastertronic e fonda Leader dove si ritaglia uno spazio tutto suo. Ma di questo vi parlerà meglio Damiano Gerli. È qui per questo, no?!
Godetevela.